Jane Austen e il cinema
Mettiamo subito in chiaro una cosa: l’articolo che segue non vuole essere una raccolta enciclopedica di tutte le pellicole tratte dall’opera di 
Jane Austen, ma solo la condivisione di una recente “scoperta”. Pochi mesi fa, dopo la visione del film 
Il club di Jane Austen, tratto dal libro omonimo di 
Karen Joy Fowler e di cui parlerò dopo, è nata in me la voglia di iniziare finalmente a leggere i libri della celebre scrittrice inglese. Fino a quel momento, devo ammettere, li avevo sempre considerati come una lettura “da donne” e avevo sempre preferito dedicarmi ad altro. Scoprire che si trattava di soli sei libri, e sentirne parlare così bene dai personaggi di quel film mi ha convinto a provare: senza dilungarmi oltre, basti dire che ne sono rimasto affascinato e nel giro di un paio di mesi - oltre ad averli letti tutti - ho provveduto a cercare tutti i film da lei tratti (grazie internet!) e tutti quelli che “gravitano” intorno al suo mondo.
Da questa breve ma intensa esperienza nasce l’articolo che state leggendo: l’intento è soprattutto quello di fissare su carta le mie considerazioni, ma anche - se sarà il caso - di essere d’aiuto per chi vorrà approcciare un simile percorso...
Nota bene: l’ordine di “analisi” delle pellicole segue quello delle mie letture che, devo confessarlo, è lo stesso adottato nel libro della 
Fowler dai suoi personaggi.
Nota bene numero 2: i film e i film per la tv tratti dall’opera di 
Jane Austen sono tanti, alcuni non di facile reperibilità e altri sono in fase di realizzazione (nel 2009 uscirà una nuova 
Emma, ad esempio...). Provvederò ad aggiornare il pezzo via via che ne vedrò altri (qualche titolo ancora “assente”: 
l’Orgoglio e pregiudizio di 
Laurence Olivier, le serie BBC dei primi anni ’80, gli “esperimenti” 
The Real Jane Austen e 
Miss Austen Regrets, la commedia 
Pride and prejudice: 
A Latter-Day Comedy,...).
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Kate Beckinsale 
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Gwyneth Paltrow 
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Toni Collette 
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Emma
Due versioni a confronto, entrambe curiosamente realizzate nel 1996: quella della BBC, con una giovane 
Kate Beckinsale come protagonista, e quella cinematografica di 
Douglas McGrath che ha contribuito a lanciare la carriera di 
Gwyneth Paltrow.
"Sono andata a scegliermi un'eroina che nessuno tranne me potrebbe amare...": sono queste le parole con cui l’autrice del libro era solita introdurre uno dei suoi libri più noti. Va da sé che riuscire a rendere sullo schermo un personaggio simile senza farlo sembrare troppo (o troppo poco) presuntuoso e testardo ma al contempo amabile e generoso non era facile. E nessuna delle due protagoniste riesce nell’intento. Ai punti il confronto viene vinto dalla versione per il grande schermo, ma bisogna tristemente ammettere che si tratta di una sfida al ribasso: se i tagli nello sviluppo della trama sono inevitabili, non altrettanto si può dire delle invenzioni narrative da cui a volte gli sceneggiatori sono tentati. A ciò si deve aggiungere che i cast (specie quello BBC) sono risultati ampiamente insoddisfacenti e che i personaggi sono diventati troppo “macchiette” per risultare credibili. Ma è vero che è più semplice descrivere un uomo come Knightley a parole che non trovarne un corrispettivo in carne e ossa!
 Jeremy Northam e 
Mark Strong fanno il possibile, ma il risultato è di poco conto.
Curiosità: entrambe le pellicole hanno nel cast, nel ruolo chiave di Harriett Smith, giovani attrici che nell’arco di pochi anni sarebbero riuscite a imporsi, ma che sembrano entrambe (per motivi diversi) ampiamente fuori parte. Con la 
Paltrow c’è 
Toni Collette, con la 
Beckinsale invece 
Samantha Morton.
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Emma Thompson 
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Hugh Grant 
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Dan Stevens 
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Ragione e sentimento
Nuovamente due versioni a confronto: quella pluri-premiata di 
Emma Thompson (che ha ricevuto l’Oscar per il suo adattamento dell’opera) del 1995 e lo sceneggiato televisivo in tre puntate della BBC realizzato nella primavera 2008. Vista la profonda differenza di struttura e di durata è impossibile fare un confronto attendibile tra le due pellicole. 
Emma Thompson riesce nell’impresa di ridurre la vicenda alla durata cinematografica, ma così facendo “sforbicia” molto e rende troppo sbrigativi alcuni passaggi che già nel libro faticano a essere credibili (Uno su tutti? Il “cambio” di marito improvviso di Lucy...). L’errore forse più grande è però quello di riservare per se stessa il ruolo di Elinor: l’attrice britannica, per quanto bravissima, è troppo “adulta” per risultare credibile nella parte. E lo stesso 
Hugh Grant, per quanto giusto con le sue faccette imbarazzate, è troppo bello per essere Edward Ferrars. Niente da dire sulla scelta di 
Kate Winslet per la parte di Marianne, mentre 
Alan Rickman è troppo spigoloso e monocorde per impersonare il colonnello Brandon.
Lo sceneggiato BBC riesce - grazie anche alla durata maggiore - a diventare il miglior esempio di trasposizione finora visto di tutta l’opera della scrittrice: la storia ricalca fedelmente quella del libro e il cast, seppur composto da nomi poco noti, è all’altezza della situazione. Soprattutto 
Hattie Morahan (vista ne 
La bussola d’oro) nella parte di Elinor e 
Dan Stevens in quella di Edward Ferrars, in assoluto uno dei migliori “eroi austeniani” in carne e ossa... Nel ruolo dell’affascinante mascalzone Willoughby c’è 
Dominic Cooper, ora richiestissimo dal grande schermo dopo le sue performance in 
Mamma mia!, 
The Escapist e 
La duchessa.
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Billie Piper 
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Frances O'Connor 
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Harold Pinter 
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Mansfield Park
Ancora due le versioni visionate, entrambe targate BBC: la prima realizzata nel 1999, la seconda trasmessa a inizio 2008. Partiamo proprio da quest’ultima, forse la peggiore di tutti i titoli presi qui in esame: a cominciare dalla scelta dell’attrice che interpreta Fanny, 
Billie Piper. Fanny, poi, viene ritratta troppo frenetica e impulsiva per il ruolo. Il suo atteggiamento nel libro è molto dimesso, delicato e rispettoso, lontano anni luce dall’irruenza che si vede sullo schermo (problema, a dire il vero, comune a entrambe le pellicole). I tanti personaggi che sono raccontati non aiutano certo il lavoro degli sceneggiatori: forse invece di un’altra versione “corta”, a pochi anni dalla precedente, sarebbe stato più intelligente affrontare una mini-serie (come già avvenuto all’inizio degli anni ’80...) che desse l’ampio respiro necessario e una collocazione a tutti (o quasi) gli eventi di quello che da molti è considerato il capolavoro assoluto di 
Jane Austen. Una regia piatta, unita alle scarse doti dei protagonisti, determina il pessimo giudizio complessivo.
La versione precedente, datata 1999, risulta migliore (di poco): il cast è più azzeccato e le soluzioni registiche più originali e riuscite (un esempio? I “riassunti” di Fanny con lo sguardo in camera), ma la sceneggiatura si prende davvero troppe libertà dal testo originale! 
Frances O’Connor nel ruolo di Fanny è quasi perfetta, e il compianto 
Harold Pinter interpreta il signor Bertram in modo impeccabile anche se un po’ troppo duro. Troppe, dicevamo, le invenzioni di sceneggiatura: nella seconda metà si esagera davvero, impossibile fare un elenco per non fare troppo “spoiler” ma - fidatevi - si riesce a stento a sostenerne la visione...
Una curiosità: a interpretare 
Mary Crawford sono state scritturate due bellezze anglosassoni che nel giro di pochi anni sono riuscite a farsi notare. La versione 2008 vede nel ruolo 
Hayley Atwell, da lì a poco scelta da 
Woody Allen per il suo 
Sogni e delitti (in cui recita con la 
Sally Hawkins di 
Persuasione e lo 
Ewan McGregor di 
Ragione e sentimento!) e successivamente al fianco di 
Keira Knightley ne 
La duchessa (in cui 
Dominic Cooper completa il trio di attori “ex-Austeniani).
Mansfield Park versione 1999 ha nella parte 
Embeth Davidtz, già vista negli anni in film come 
Junebug e 
Il caso Thomas Crawford, ma soprattutto affascinante interprete della serie televisiva 
In treatment. Chi vince il confronto tra le due? Giudicando solamente dai due film in questione, sicuramente la 
Atwell: il vestito d’epoca e i riccioli non donano molto alla
 Davidtz, che sembra un po’ fuori parte.
Altre curiosità dai cast: nella parte di Maria Bertram nel film del 2008 troviamo 
Michelle "Donna bionica" Ryan, mentre nel ruolo dello stupido signor 
Rushworth (del ‘99) c’è 
Hugh Bonneville, visto anche in 
Notting Hill e - nel ruolo del padre delle sorelle Bennet - in
 Lost in Austen!
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Felicity Jones 
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JJ Feild 
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Gerry O'Brien 
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L’abbazia di Northanger
Il libro più ignoto e meno considerato della 
Austen si è rivelato una vera sorpresa: inferiore agli altri, vero, ma anche pieno di umorismo e con una “
Jane” molto presente a commentare con caustica ironia gli eventi che lei stesso ha inventato. Il film BBC da esso tratto (trasmesso a gennaio 2008) si rivela uno dei migliori: l’idea di rendere reali i “sogni letterari” dell’eroina di turno, Catherine Morland (interpretata con la giusta leggerezza da 
Felicity Jones), è forse la più azzeccata e divertente. Ma tutta la pellicola, pur nella sua brevità, riesce a mantenere lo stesso ritmo della lettura. Ottimo il lavoro di casting, che oltre alla 
Jones vede 
JJ Feild nel ruolo di Henry Tilney.
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Keira Knightley 
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Matthew McFadyen 
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Colin Firth 
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Orgoglio e pregiudizio
Tre le versioni più importanti del libro più famoso della Austen: dall’ultima con 
Keira Knightley alla versione BBC con 
Colin Firth, senza dimenticare la versione anni ’40 con 
Laurence Olivier (che però al momento non ho ancora recuperato per la visione...). Andiamo a ritroso, e iniziamo dall’ultima trasposizione: è il 2005 e nelle sale arriva la versione firmata 
Joe Wright (che un paio d’anni dopo avrebbe firmato quel polpettone di 
Espiazione...), con Pride and Prejudice nel ruolo di Elizabeth Bennet (a cui conferisce un’aggressività forse eccessiva nella prima parte) e un imbalsamato 
Matthew McFadyen in quello di Darcy. Troppe le libertà che si sono presi gli sceneggiatori, troppo belli ma poco espressivi gli attori del cast (eccezion fatta per 
Jane Bennet, Rosamund Pike, che rende bene il suo personaggio), troppo inventate le scene clou del rapporto tra Lizzy e Darcy, con baci inesistenti su carta e approcci decisamente poco compatibili con l’etichetta di quella società. Peccato sia confinato in un angolino il signor Bennet ottimamente interpretato da 
Donald Sutherland.
Meglio sotto molti punti di vista lo sceneggiato in sei puntate targato BBC, che nel 1996 contribuì a lanciare la carriera di 
Colin Firth, ottimo interprete di Darcy: un ruolo complesso, in cui è necessario dosare l’antipatia che inizialmente il personaggio ispira e saperla trasformare lentamente (ma inesorabilmente) in “qualcos’altro”. Dove 
McFadyen fallisce, 
Firth trionfa.
Per il resto, il lungo minutaggio permette alla storia di svilupparsi in modo abbastanza fedele al romanzo e il bilancio complessivo è ampiamente al di sopra della sufficienza anche se non priva di pecche. Intanto le scelte di cast, che a parte 
Firth (e a voler essere generosi anche 
Jennifer Ehle in quello di Elizabeth) è ampiamente insoddisfacente. La bellissima Jane (
Susannah Harker) è davvero poco bella, Bingley, Wickham e gli altri membri della famiglia Bennet sono una vera delusione. La scelta di un attore per la parte di un personaggio letterario è sempre difficile: ognuno leggendo si fa un’idea diversa di come dovrà essere l’eroe o l’eroina di turno, ma forse mai come in questo caso le scelte sono parse tanto sbagliate!
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Sally Hawkins 
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Rupert Penry-Jones 
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Anthony Head 
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Persuasione
L’ultimo libro scritto da 
Jane Austen, da alcuni critici considerato incompleto, è stato uno dei meno trasposti. L’unica versione che sono riuscito a recuperare è quella realizzata dalla BBC e trasmessa nel gennaio 2008: protagonista nel ruolo di Anne Elliot è 
Sally Hawkins, vincitrice, pochi mesi dopo la trasmissione, del premio come migliore attrice al festival di Berlino per il film 
La felicità porta fortuna di 
Mike Leigh.
Chi ha visto quest’ultima pellicola potrà capire facilmente quanto la pur bravissima attrice inglese risulti inadatta al ruolo della figlia di sir Elliot: goffa, inelegante e troppo remissiva, tutto il contrario di quello che ci si poteva immaginare dalla lettura del libro. Il padre e la sorella di Anne sono troppo caricaturali e la loro avversione nei confronti della protagonista è totalmente assente nel libro (da cui traspare invece una più sottile indifferenza), ma - cosa ancor più grave - viene falsato tutto il rapporto tra la stessa Anne e il capitano Wentworth (un 
Rupert Penry-Jones forse troppo imbambolato): da autrice del loro distacco, ad esempio, Lady Russell diventa l’unica confidente del loro amore, e sono tagliate tutte le pagine in cui veniva data una motivazione a un amore contrastato ma mai sopito. Inoltre è inspiegabilmente stata modificata la svolta che permette il lieto fine: non dico di più per non svelare nulla, ma la soluzione adottata dalla 
Austen era geniale e anche - a modesto avviso di chi scrive - facilmente trasportabile sullo schermo. Si è scelto di modificare il tutto, svilendolo completamente.
Una delusione: l’apice forse si raggiunge nel completo sovvertimento delle regole sociali dell’epoca, che rendevano arduo per una coppia di innamorati non ancora “ufficiali” trovare tempo per stare soli, e faceva diventare gli eventi sociali (come i balli) momenti unici per recuperare qua e là alcuni istanti di (relativa) intimità. Nel film questo non risulta, i personaggi (specie quelli femminili) risultano troppo liberi di comportarsi come vogliono: fosse stato possibile fare così, non esisterebbero i libri di 
Jane Austen...
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Anne Hathaway 
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James McAvoy 
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James Cromwell 
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Varie (ed eventuali): 
Becoming Jane
In questo film è la stessa 
Jane Austen a diventare protagonista assoluta, interpretata da 
Anne Hathaway (la pellicola è diretta da 
Julian Jarrold, lo stesso di quel gioiellino che è 
Kinky boots, e il co-protagonista è 
James McAvoy). Non era facile scrivere una sceneggiatura sulla vita della 
Austen, di cui poco si sa e molto si deve immaginare: forse questo avrebbe dovuto essere un freno per gli autori, che non hanno però resistito alla tentazione... Il risultato finale non è così male come si poteva temere, anzi: la scrittrice viene immaginata vittima di un amore infelice che a volte ricorda quello di Elizabeth in 
Orgoglio e pregiudizio, altre volte (soprattutto) quello sfortunato di Marianne in 
Ragione e sentimento... A tratti, nei personaggi principali o in quelli di contorno, emergono quindi molte delle vicende e dei sentimenti che si ritrovano nelle pagine dei sei libri scritti da 
Jane Austen. Da vedere, in ogni caso.
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Jemima Rooper 
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Gemma Arterton 
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Elliot Cowan 
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Varie (ed eventuali): 
Lost in Austen
L’idea alla base della serie tv in quattro puntate trasmessa nell’autunno 2008 lasciava presagire buone cose: Amanda Price (interpretata da 
Jemima Rooper) è una ragazza londinese in crisi col fidanzato, che si rifugia da quando era bambina nelle pagine del suo libro preferito, 
Orgoglio e pregiudizio, per isolarsi da una realtà che le piace sempre meno. Un giorno, per caso, scopre che nel suo bagno esiste un passaggio che la collega con la Londra dell’800, e più precisamente con casa Bennet. Una sera l’eroina del libro, Elizabeth, decide di attraversare quel varco stanca della convenzioni dell’epoca, e Amanda si ritrova un po’ sorpresa a far parte della vita quotidiana della famiglia di cui tanto ha letto. Da lì parte una lunga serie di errori della ragazza, che riesce, appena arrivata, a sviare e a ingarbugliare gli eventi che sono raccontati nel libro: per tutto il resto della storia cercherà di risolvere i problemi da lei creati, con l’unico risultato di peggiorare ancora di più la situazione. Spunto interessante, dicevamo, che avrebbe meritato una trattazione migliore: attori inadatti, sviluppo della trama al limite del ridicolo e ricostruzione storica che lascia a desiderare. Peccato.
Curiosità: a interpretare Elizabeth Bennet, eroina del libro ma qui visibile solo all’inizio della prima e al termine dell’ultima puntata, è quella 
Gemma Arterton poi diventata nota grazie al ruolo di Bond-girl in 
Quantum of Solace e a un pugno di altre pellicole (
St. Trinian’s,
 RocknRolla).
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Aishwarya Rai 
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Naveen Andrews 
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Alexis Bledel 
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Varie (ed eventuali): 
Matrimoni e pregiudizi
Il film indiano del 2004 è una versione davvero insolita di 
Orgoglio e pregiudizio (il gioco di parole del titolo è più chiaro in inglese: da 
Pride and prejudice a 
Bride and prejudice): le vicende di casa Bennett diventano protagoniste di un vero e proprio musical made in Bollywood. Restano fissi alcuni aspetti: c’è sempre un William Darcy (
Martin Henderson), e c’è anche un signor Bingley (solo che di nome fa Balraj ed è interpretato da 
Naveen Andrews, diventato poi noto come Sayd nel serial 
Lost).
Per il resto ci sono le storie delle sorelle Bakshi (non Bennett), il sarcasmo di loro padre e la voglia di sposarle della madre (ci sono anche Wickham e il cugino Kholi, che fa le veci del buon Collins): Elizabeth qui si chiama Lalita ed è interpretata dalla star indiana 
Aishwarya Rai... Canti e balli a profusione, una versione allegra e spensierata più fedele di quanto si potrebbe immaginare.
Curiosità: nel ruolo della sorella di Darcy, che qui non si chiama Georgiana ma Georgina, c’è 
Alexis Una mamma per amica Bledel.
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Alicia Silverstone 
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Una scena del film 
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Una scena del film 
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Varie (ed eventuali): 
Clueless - Ragazze a Beverly Hills
Una versione moderna (e ampiamente rivisitata) di 
Emma, con 
Alicia Silverstone nel ruolo della protagonista, Cher Horowitz, una ricca ragazza amata da tutti i suoi compagni di scuola, che vive col padre e si impegna per trovare marito a una professoressa che le è simpatica. Prende poi sotto la sua ala protettiva Tai (
Brittany Murphy), una nuova studentessa. Tutti qui i collegamenti con il libro di 
Jane Austen, davvero poco per non pensare che si tratti solo di un’abile mossa promozionale per rendere il tutto più interessante. Ebbe a suo tempo (è uscito nel 1995) un ottimo successo di pubblico.
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Maria Bello 
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Emily Blunt 
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Maggie Grace 
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Varie (eventuali): 
Il club di Jane Austen
Come promesso a inizio articolo, chiudiamo con il film che ha dato la spinta alla ricerca nel mondo di 
Jane Austen, nel cinema e nei libri. Il film di 
Robin Swicord è forse un po’ banale e non certo memorabile, ma assume maggiore interesse e “appeal” per gli amanti delle opere di 
Jane Austen. Sei persone (cinque donne e un uomo) decidono di riunirsi una volta al mese per parlare di un diverso libro della 
Austen, e le vicende dei diversi personaggi creati dalla scrittrice si intrecciano sempre di più con quelle dei protagonisti del libro della 
Fowler, aiutandoli a superare i propri momenti difficili. Rispetto al libro da cui è tratto, nella pellicola sono molto più ricorrenti i discorsi sui vari libri (che risultano invece più “annacquati” nel libro), e i personaggi sono decisamente più giovani per aumentare le potenzialità al botteghino del film. Nel cast, tra le altre, 
Maria Bello, 
Emily Blunt (vista ne 
Il diavolo veste Prada) e 
Maggie Grace (
Lost).
Carlo Griseri