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DRACULA IN CELLULOIDE

Sulle pagine del Cineforum Imperia abbiamo già trattato il mito del Vampiro ed i suoi adattamenti per il cinema [vedi a questo proposito I 10 migliori film di vampiri] ma crediamo che colui che è stato all’origine di tutti i films, serie televisive, fumetti e videogames che negli ultimi 114 anni hanno popolato il nostro immaginario: Dracula, il Principe delle tenebre, meriti uno spazio di rispetto su questo sito. Approfittando della sua ultima trasposizione cinematografica ad opera di Dario Argento vogliamo andare un pò a ritroso nel tempo e ricordare le precedenti incursioni su celluloide del celebre Conte.

Il libro dello scrittore Irlandese Bram Stoker, affascinato dalla lettura dei romanzi sui Vampiri dell’epoca (“Il Vampiro” di John Polidori, “Varney il Vampiro” attribuito da alcune fonti a Thomas Presket Prest e da altre a J. M. Rymer e “Carmilla”, di J. Sheridan Le Fanu, che per primo introdusse l’elemento erotico, accentuato ulteriormente dal lesbismo), viene pubblicato nel 1897 ma è solo nel 1921 che il personaggio creato da Stoker giunge al cinema in una pellicola Ungherese del 1921: Drakula, di Karoly Lajthay, purtroppo andata persa.

L’anno successivo lo sceneggiatore Henrik Galeen adatta liberamente per lo schermo il romanzo, ma dimentica di ottenere i diritti dalla vedova del romanziere, quando Nosferatu di F. W. Murnau viene distribuito in Germania, Florence Stoker fa causa alla casa di produzione, che fallisce ed ottiene dal tribunale che il film e tutti i negativi vengano distrutti! Fortunatamente alcune copie si salvano dal macero.

Si deve aspettare fino al 1931 per vedere ufficialmente sul grande schermo il Principe delle tenebre, quando la Universal acquista i diritti sul personaggio e decide di affidarne la regia a Tod Browning ed il ruolo a Lon Chaney Sr. che avevano già lavorato insieme in Il Fantasma del castello (London after midnight, 1927). Purtroppo prima che il progetto entri in produzione Chaney muore di cancro alla gola, la scelta della Universal cade allora sull’attore Ungherese Bela Ferenc Dezso Blasko, conosciuto dal pubblico come Bela Lugosi che prende il nome d’arte dalla città di Lugos, dove è nato. Dracula, distribuito il giorno di San Valentino del 1931, è un grande successo e stabilizzerà le finanze dello Studio per i successivi due anni. Il film più che dal libro di Stoker è adattato dalla riduzione teatrale di Hamilton Deane e John L. Balderston, rappresentata con successo sui palcoscenici di Broadway dallo stesso Lugosi, il suo Conte è sofisticato, non ha canini aguzzi ma uno sguardo ipnotico con cui immobilizza le sue vittime. I suoi movimenti lenti e felpati, gli occhi penetranti e la parlata suadente, segnata da un forte accento magiaro dovuto alla scarsa dimestichezza con la lingua Inglese, nonostante gli otto anni trascorsi negli Stati Uniti, conquistano il pubblico, anche se l’opera di Browning soffre di una eccessiva lentezza e di un debole approfondimento di alcuni personaggi, come quelli di Mina (Helen Chandler) e John Harker (David Manners). Curiosamente la Universal, utilizzando la medesima sceneggiatura ma attori e regista differenti (Carlos Villarias dava il volto al Vampiro mentre la regia era di George Melford), girò simultaneamente, di notte, sugli stessi set, una seconda versione in lingua Spagnola di Dracula. Melford, regista di Western e de Lo Sceicco, con Rodolfo Valentino, riesce a dare più ritmo al suo lavoro e Villarias è un Dracula efficace, meno elegante ma più pauroso di Lugosi.

La Universal, che detiene i diritti sul nome, non sfrutta però a fondo il personaggio di Stoker che ricomparirà, interpretato dal figlio di Lon Chaney, solo nel 1943 in Il figlio di Dracula, relegandolo a parti di comprimario con altri mostri secondo la formula che “più ce ne sono e più grande sarà il successo!”, in pellicole come Al di là del mistero (House of Frankenstein, 1944) e nel sequel La casa degli orrori (House of Dracula, 1945), in cui il Conte appare al fianco dell’uomo lupo, del mostro di Frankenstein e di un Mad Doctor. Bela Lugosi veste i panni del Principe delle tenebre solo una seconda volta prima della sua morte, nella parodia con Bud Abbott e Lou Costello (italianizzati da noi con i nomi di Gianni e Pinotto!?!) Il cervello di Frankenstein (1948), anche se è ancora una creatura della notte in Il ritorno del Vampiro (1943), prodotto dalla Columbia.

A ridare nuova linfa, o forse sarebbe meglio dire nuovo sangue! al nostro amato “bloodsucker” ci penserà nel 1958 una piccola casa di produzione Inglese, la Hammer Film, che dopo l’inaspettato risultato al box office di La maschera di Frankenstein (1957) con l’eclettico Peter Cushing nel ruolo del Barone ed uno sconosciuto Christopher Lee sotto il pesante make-up della creatura, decide di riproporre la coppia in Dracula il Vampiro (1958). Prima trasposizione a colori del libro di Stoker, la pellicola diretta dal Maestro del cinema Horror Terence Fisher, introduce un Dracula completamente rinnovato, capelli nero corvino, occhi iniettati di sangue, una forza smisurata e (finalmente!) canini aguzzi, il Conte di Lee, con il suo metro e novantasei di altezza, ha un aspetto demoniaco e una conturbante carica erotica, tutte caratteristiche assenti nella ingessata interpretazione di Lugosi. Grazie al technicolor gli spettatori possono finalmente gustarsi i rivoli di sangue sul collo delle vittime del vampiro o gli squarci dei paletti di frassino inferti da Van Helsing al petto dei non morti per liberarli dal morbo del vampirismo. A differenza del suo predecessore, Christopher Lee non vuole rimanere imprigionato nel suo personaggio ed accetta le lusinghe della Hammer Films per interpretarlo nuovamente solo 7 anni dopo per Dracula principe delle tenebre (1965), diretto sempre da Fisher ma senza Cushing, in cui l’attore non ha nessuna battuta e fa la sua comparsa solo dopo oltre la metà del film, ma carica la sua interpretazione di una ferocia e malvagità tale da farne uno dei migliori Dracula visti al cinema.

La casa di produzione Britannica porterà ancora sullo schermo il Conte, sempre con il volto di Lee, in Le amanti di Dracula (Freddie Francis, 1968), Una messa per Dracula (Peter Sasdy, 1969), Il marchio di Dracula (Roy Ward Baker, 1970), 1972: Dracula colpisce ancora (Alan Gibson, 1972), che vede il ritorno di Peter Cushing e I satanici riti di Dracula (Gibson, 1973), poi l’attore, contrariato dalle sceneggiature che ambientavano le sue storie ai giorni nostri abbandona la Hammer Films, ormai in declino anche finanziario, e viene sostituito da John Forbes Robertson in La leggenda dei sette Vampiri d’oro (Roy Ward Baker, 1974), curiosa commistione tra Horror ed arti marziali, co-prodotta con Hong Kong, in cui Cushing interpreta per l’ultima volta il Professor Van Helsing, qui in trasferta in un villaggio Cinese per proteggerlo dagli attacchi di una banda di Vampiri mascherati. Dopo questo film lo Studio di produzione Britannico non porterà più sullo schermo il nobile della Transilvania mentre Christopher Lee lo riprenderà stancamente solo nella commedia Francese Dracula padre e figlio (Edouard Molinaro, 1976).

Gli anni ’70 vedono numerose incursioni al cinema del Re dei Vampiri, tra cui ricordiamo: Amore al primo morso (Stan Dragoti, 1979) con un sofisticato ed aristocratico George Hamilton, Il Demone nero (Dan Curtis, 1973), la co-produzione Italo Francese Dracula cerca sangue di vergine e… morì di sete (Paul Morrissey, 1973), Vampira (Clive Donner, 1974) in cui il nobile succhiasangue è interpretato da un inedito ed esilarante David Niven, Il Conte Dracula (Jess Franco, 1970) ancora con Lee in una riduzione fedele del libro di Stoker e perfino una versione porno di ottima fattura con le stelle dell’epoca delle pellicole Hard Core: Dracula… ti succhio (Philip Marshak, 1979). Anche la Universal riporta in scena il Principe della notte in un remake del film del 1931, con Frank Langella che prende il posto di Lugosi. Diretto da John Badham, fresco dal successo de La febbre del sabato sera, Dracula (1979) soffre ancora una volta delle sue origini teatrali (la riduzione di Balderston e Deane) e nonostante il consistente valore produttivo il revival risulta essere un po’ soporifero, Langella, che come Lugosi aveva portato con successo sui palcoscenici di Broadway il Conte immortale, è un Vampiro borghese dal portamento elegante, privo dei celebri canini e notevolmente più giovane dei suoi predecessori, che riporta il personaggio alla purezza della sua prima versione in celluloide, i risultati al box office sono modesti anche se il film viene rivalutato dopo la sua uscita in DVD.

Nel decennio successivo il celebre Signore dei Vampiri viene messo alla berlina in titoli come Fracchia contro Dracula (Neri Parenti, 1985) e nel divertente Scuola di Mostri (Fred Dekker, 1987), divenuto un “cult movie” tra i fans, ma ci pensa Francis Ford Coppola a riportarlo alle sue nobili origini con una pellicola destinata ad entrare nella leggenda: Dracula di Bram Stoker (1992). Con un cast stellare che vede un efficace Anthony Hopkins, armato di crocefisso e paletto di frassino, in una battaglia senza quartiere contro un intenso Gary Oldman, Coppola presenta per la prima volta un Dracula umano, romantico e tormentato, condannato ad essere un Vampiro per aver rinnegato Dio e la Chiesa. Il film, forse un pò troppo raffinato per i nostri gusti, vince tre Oscar (per i costumi, il make-up ed il montaggio sonoro) e rilancia sul grande schermo le creature della notte, ma mentre i Vampiri riscuotono, per la buona fattura delle opere realizzate, i favori di pubblico e critica, Dracula non riesce a riguadagnare il plauso degli spettatori.

Titoli come la trilogia di Patrick Lussier, prodotta da Wes Craven (Dracula’s legacy – Il fascino del Male (2000), Dracula 2 – Ascension (2003) e Dracula 3 – Il testamento (2005), gli ultimi due realizzati direttamente per il mercato dell’Home Video), Blade – Trinity (David S. Goyer, 2004) o l’inguardabile Van Helsing di Stephen Sommers, vera e propria fiera del digitale senza un briciolo di anima, non aggiungono nulla ad uno dei miti più importanti della cinematografia e letteratura Horror, chissà che non sia proprio il nostro Dario Argento a riportare Dracula ai fasti delle sue origini!

Roberto E. D’Onofrio



Box: Dracula – Gocce di sangue! Curiosità e segreti.

- Bela Lugosi ricevette dalla Universal il misero stipendio di 500 dollari alla settimana per interpretare Dracula, mentre David Manners (John Harker) venne pagato quattro volte tanto.

- L’attore Ungherese dopo la metà degli anni ’40 iniziò un rapido e triste declino che dissestò le sue finanze e lo portò a diventare un morfinomane, alla fine della carriera si convinse di essere Dracula e venne seppellito con indosso il suo mantello, secondo le volontà della moglie e del figlio.

- Quando apparve ne Il cervello di Frankenstein Lugosi aveva 65 anni ed il truccatore Bud Westmore dovette applicargli abbondanti strati di cerone per nascondere la sua età.

- Ne Il figlio di Dracula, il Conte arriva in Louisiana e si presenta con il nome di Conte Alucard, Dracula alla rovescia! In seguito il nome venne utilizzato molto spesso nella cinematografia dei Vampiri.

Le amanti di Dracula - In Le amanti di Dracula Christopher Lee ha al dito una copia esatta dell’anello indossato da Lugosi nel film del 1931.

- Anche la regina di Inghilterra, che adorava l’interpretazione di Lee, visitò il set di Le amanti di Dracula, intrattenendosi con il cast ed il regista.

- Per dare l’impressione che i suoi occhi fossero iniettati di sangue, l’attore doveva applicare delle speciali lenti a contatto che però lo rendevano praticamente cieco, facendolo inciampare nelle scenografie o scontrare con gli altri interpreti.

- Christopher Lee, durante la seconda guerra mondiale, ha prestato servizio nella Royal Air Force e nei servizi segreti. Parla correttamente otto lingue. Ormai da anni si è distaccato dal personaggio che lo ha reso famoso e non ama parlarne premettendo ad ogni intervista che non risponderà a domande in proposito.

- Rutger Hauer ha interpretato sia il Conte Dracula (in Dracula 3 – Il testamento) che il suo acerrimo nemico Van Helsing (nel prossimo Dracula 3D).
Vlad III di Valacchia
Dracula di Karoly Lajthay
Nosferatu di F. W. Murnau
Dracula di Tod Browning
Dracula di George Melford
Il figlio di Dracula
Il cervello di Frankenstein
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Dracula principe delle tenebre
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