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Uno sguardo sul genere: Fantasy
I limiti entro i quali inserire il cinema cosiddetto “fantastico” (o “fantasy”) sono molto imprecisi. Generalmente la nascita del fantastico nel cinema viene associata all’illusionista George Méliès e al suo film Le Voyage dans la lune (1902) a cui è seguito Le voyage à traverse l’impossible (1904).

Da Méliès in poi, tutte le cinematografie hanno presentato una copiosa produzione di cinema fantastico.

Oggi la maggior parte del cinema fantasy (Il signore degli Anelli, Harry Potter, Stardust) è di tipo fiabesco ovvero connotato dalla presenza della magia, di mondi immaginari e di creature leggendarie.

Capostipite di questo tipo di cinema è Il mago di Oz di Victor Fleming (1932), ma al filone appartiene anche Alice nel paese delle meraviglie (1951) di Disney e – in tempi più recenti – Legend di Ridley Scott (1985), Labyrinth - Dove tutto è possibile di Jim Henson (1986) e anche La storia infinita di Wolfang Petersen (1984) – tratto dall’omonimo romanzo di Michael Ende.

L’importante innovazione apportata al genere dal film Il Labirinto del fauno consiste nel riuscire, per la prima volta, a sposare l’elemento fantastico, i mondi immaginari e le creature magiche ad una realtà storica ben delineata. Ambientato nella Spagna franchista, il film riesce a muoversi tra i due diversi piani senza soluzione di continuità (esattamente come vive la giovane protagonista) dando al tutto una ‘verosimiglianza’ inedita.

Del Toro ha saputo creare un ‘mondo nuovo’, in cui tutto sembra essere (stato) possibile, e ce lo ha raccontato nell’arco di tre film - La spina del diavolo (stagione 2006-2007), Il labirinto del fauno (stagione 2007-2008) ed il futuro 3993 - con grande maestria e splendido mestiere.
Marco Frassinelli

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