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Uno sguardo sul genere: Western
Il western è un genere cinematografico ambientato nell'ovest dell'America del nord (tra il Messico e il Canada), in un periodo storico compreso tra la guerra di secessione e la fine del XIX secolo. I principali elementi che lo contraddistinguono sono la grande importanza degli scenari paesaggistici, il progresso che avanza in una società senza legge regolata da codici d'onore, cowboy armati di revolver.

Il capostipite del genere è La grande rapina al treno (1903) di Edwin S. Porter e il padre del cinema western è da molti identificato in William S. Hart, attore, regista e produttore di moltissimi western muti. Se però Hart smise di fare film con il passaggio al sonoro, la sua eredità fu raccolta dal regista che ancora oggi viene più identificato con questo genere: John Ford. Ford ha girato negli anni alcune delle più importanti pellicole del genere, tra le quali Ombre rosse (1939), Sfida infernale (1946), Il massacro di Fort Apache (1948), Sentieri selvaggi (1956) e L'uomo che uccise Liberty Valance (1962). Oltre a Ford tra i più importanti registi del periodo vi sono Howard Hawks (Il fiume rosso (1948), Un dollaro d'onore (1959)), Robert Aldrich (L'ultimo apache (1954), Vera Cruz (1954)) e, successivamente, Sam Peckinpah (Il mucchio selvaggio (1969), Pat Garrett e Billy The Kid (1973)). Tra gli altri capolavori di quegli anni vanno inoltre ricordati I magnifici sette (1960) di John Sturges, Mezzogiorno di fuoco (1952) di Fred Zinnemann e Il cavaliere della valle solitaria (1953) di George Stevens.

Dopo gli anni '50 la produzione western negli USA ha una nette inflessione ed è in Italia che il genere rinasce, negli anni '60 e '70, con il celebre filone Spaghetti-Western. L'esponente di spicco di questo sottogenere è senza dubbio Sergio Leone con la sua "trilogia del dollaro", ovvero: Per un pugno di dollari (1963), Per qualche dollaro in più (1964) ed Il buono, il brutto, il cattivo (1966), a cui si deve aggiungere C'era una volta il West (1968). Oltre a Leone tra gli altri registi italiani ricordiamo in particolare Lucio Fulci (Le colt cantarono la morte e fu... tempo di massacro (1966), I quattro dell'apocalisse (1975)) e Sergio Corbucci (Django (1966), Il grande silenzio (1967), Vamos a Matar compagneros (1969)).

Per tutti gli anni '80, a parte qualche sporadica eccezione (Il cavaliere pallido (1985) di Clint Eastwood), non ci furono western degni di nota e si iniziava a pensare alla definitiva morte di questo genere. Ma quando tutto sembrava finito ecco due film che resuscitarono il genere ed entrano di diritto tra i migliori western di sempre: Balla coi lupi (1990) di Kevin Costner e Gli spietati (1992) di Clint Eastwood. Tra i più interessanti western anni '90 ricordiamo anche Carabina Quigley (1990) di Simon Wincer, Dead Man (1995) di Jim Jarmusch e Pronti a morire (1995) di Sam Raimi.

Giunti al nuovo millennio la produzione western non si è affatto interrotta, anzi. Tra i film più belli di questi ultimi anni possiamo ricordare diversi western, tra cui Open Range - Terra di Confine (2003) di Kevin Costner, The Proposition (2005) di John Hillcoat, L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford (2007) di Andrew Dominik, Caccia spietata (2006) di David Von Ancken, l’atipico Sukiyaki Western Django (2007) di Takashi Miike e Appaloosa (2008) di Ed Harris.

Negli ultimi anni si è anche sviluppato un nuovo sottogenere detto Western moderno di cui i più interessanti esempi sono rappresentati da I segreti di Brokeback Mountain (2005) di Ang Lee, Le tre sepolture (2006) di Tommy Lee Jones e Non è un paese per vecchi (2007) di Ethan e Joel Coen.
Marco Frassinelli

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