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Festival di Cannes 2010
63° Festival di Cannes Dal 13 al 23 maggio 2010


Altre risorse:
Speciale Festival di Cannes 2010

Link ai siti ufficiali:
Festival di Cannes
Quinzaine des Réalisateurs
Semaine Internationale de la Critique
Il Pale
Croisette
Red carpet
CANNES, 15 MAGGIO 2010

La sessantatreesima edizione del Festival di Cannes si è svolta dal 13 al 23 maggio 2010. Quest’anno il festival si è aperto con la proiezione del Robin Hood di Ridley Scott (bel film), mentre il film di chiusura è stato The Tree di Julie Bertucelli (regista del film, programmato anni fa nella stagione del Cineforum Imperia, Da quando Otar è partito). La giuria della sezione ufficiale era presieduta dal regista Tim Burton e tra gli altri membri ricordiamo l’attrice britannica Kate Beckinsale, la “nostra” Giovanna Mezzogiorno e Benicio Del Toro. A sfidarsi una bella schiera di registi tra i quali Alejandro González Iñárritu con Biutiful, Abbas Kiarostami con Copia conforme, Takeshi Kitano con Outrage, Mike Leigh con Another Year e l'italiano Daniele Luchetti con La nostra vita. Alla fine la Palma d’oro è stata vinta da Lo zio Boonmee che si ricorda delle sue vite precedenti del regista tailandese Apichatpong Weerasethakul. A fianco alla selezione ufficiale come al solito ci sono altri concorsi e rassegne alle quali partecipano anche autori esordienti o comunque meno noti. Tra queste le più importanti sono Un Certain Regard, Quinzaine des Réalisateurs e Settimana Internazionale della Critica. Quest’anno, avendo a disposizione una sola giornata di festival, abbiamo scelto di dedicarci alla visione di due film della Quinzaine in quanto in passato questa sezione ci ha riservato qualche piacevole sorpresa (ad esempio il film Tony Manero). Arrivati in tarda mattinata ci dirigiamo perciò al Théâtre Croisette di Palais Stéphanie dove si svolge appunto la Quinzaine des Réalisateurs (competizione nata nel 1969).


Una scena del film
Una scena del film
Miriam Balderas
SOMOS LO QUE HAY di Jorge Michel Grau
Con Adrián Aguirre, Miriam Balderas, Francisco Barreiro, Carmen Beato (Messico, 90')

Il film si apre con un uomo che cammina per strada barcollando. Si capisce subito che sta male e cerca di ogni modo di tornare a casa. Ma è stato avvelenato e morirà in mezzo al marciapiede. Nel frattempo la sua famiglia (una moglie e tre figli adolescenti, due maschi e una femmina) è in attesa del suo ritorno. La moglie pensa che sia scappato con qualche prostituta e i due ragazzi cercano di mandare avanti a modo loro il lavoro del padre (ripara e vende orologi al mercato). Alla notizia della morte dell’uomo la famiglia si trova spiazzata e i vari componenti non sanno come potranno andare avanti. Il problema è chi lavorerà per portare i soldi a casa? No, il problema è capire chi procaccerà le vittime. Infatti solo a questo punto lo spettatore viene a sapere che questa è una famiglia di cannibali e “la caccia” era compito del padre!

Nella parte iniziale del film l’elemento horror è totalmente assente. Si conoscono i personaggi e i rapporti che li legano, si vede l’ambiente dove vivono e il loro comportamento nella vita di tutti i giorni. E anche dopo che apprendono la notizia della morte dell’uomo passa parecchio prima di riuscire a mettere a fuoco qual è il problema che li preoccupa, ovvero trovare le vittime per portare avanti un oscuro rituale che scopriremo basato sul cannibalismo. Vi è quindi una seconda parte dove i figli cercheranno di portare avanti il compito del padre, arrivando anche a scontarsi con la madre. Solo a pochi minuti dalla fine del film però il regista si lascia andare nel mostrare un po’ di scene violente, prima solo immaginate. Ma anche in questo caso ha l’accortezza di nascondere (con il buio o con un telo plastificato) le scene più crude. Un film quindi in due parti dove la classicità del film d’autore della prima parte, amplifica ed evidenzia l’horror della parte finale. Un film sorprendente che non si prende troppo sul serio (in alcuni momenti si ride con cattiveria) e che sicuramente resta impresso.
Il titolo spagnolo significa “siamo ciò che siamo” ed il film è stato diretto dal regista Jorge Michel Grau, 37enne regista da non confondere con Jorge Grau, autore del celebre Non si deve profanare il sonno dei morti. Buona prova di tutto il cast.

Dean Cain
Le spiagge
Le auto

In attesa del secondo film della giornata abbiamo fatto un giretto per la Croisette, tra artisti di strada, belle macchine e modelle. Tra le altre cose abbiamo avuto il piacere di incontrare l’attore statunitense Dean Cain, celebre al grande pubblico come Superman / Clark Kent grazie al telefilm Lois & Clark - Le nuove avventure di Superman, andato in onda dal 1993 al 1997. Purtroppo, come spesso accade ai divi televisivi, Cain non ha sfondato nel cinema, partecipando solo ad una manciata di pellicole quali Rat Race, Il club dei cuori infranti e Out of Time.

Una scena del film
Una scena del film
Aktan Abdykalykov
SVET-AKE di Aktan Abdykalykov
con Aktan Abdykalykov, Aktan Abdykalykov, Askat Sulaimanov (Kirghizistan, 80’)

Se il primo film lo abbiamo scelto per curiosità verso la la trama, questo sicuramente per il Paese di provenienza. Credo che raramente capiti l'occasione di vedere un film proveniente dal Kirghizistan e non potevamo farcela scappare. Per i meno ferrati in geografia, vale la pena ricordare che il Kirghizistan è uno staterello dell’ex Unione Sovietica, confinante con Cina, Kazakistan, Tagikistan e Uzbekistan; circa quattro milioni di abitanti dei quali il 65% di etnia chirghisi.

Il film è ambientato dopo il crollo dell’Unione Sovietica, in un momento di grande difficoltà economica. In questo ambiente si muove il protagonista, un elettricista che non si rassegna allo stato attuale delle cose ma guarda al futuro con ottimismo e, purtroppo, ingenuità.
Il film tratta argomenti importanti e drammatici ma lo fa con un tocco mai pesante, una leggerezza e un sorriso trasmessi dalla bravura attoriale di Aktan Abdykalykov che, oltre che regista e sceneggiatore del film, è l’attore protagonista di tutta la vicenda. Finale drammatico senza compromessi ma con un barlume di speranza per un futuro più luminoso per questo Paese.
Soddisfatti, come sempre, della giornata, torniamo a casa in attesa della prossima edizione del Festival più importante del mondo (insieme alla Mostra del Cinema di Venezia).
Marco Frassinelli


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