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Neri Marcoré
Nato nel 1966 a Porto Sant'Elpidio (AP)
Attore, conduttore, imitatore, doppiatore

Principali riconoscimenti:
2006 David di Donatello: nomination Miglior attore non prot. per La seconda notte di nozze
2003 David di Donatello: nomination Miglior attore non prot. per Il cuore altrove
2003 Nastri d'Argento: Miglior Attore Non Protagonista per Il cuore altrove

Filmografia scelta:
2007 Lezioni di cioccolato di Claudio Cupellini
2006 Papa Luciani, il sorriso di Dio di Giorgio Capitani (TV)
2005 Baciami piccina di Roberto Cimpanelli
2005 La seconda notte di nozze di Pupi Avati
2003 Il cuore altrove di Pupi Avati
1994 Ladri di cinema di Piero Natoli
Nei camerini del teatro Cavour, al termine dello spettacolo Un certo signor G, abbiamo incontrato il protagonista assoluto della pièce, Neri Marcoré.

Volto noto della televisione per le sue partecipazioni alle trasmissioni della Gialappa’s Band e di Serena Dandini (oltre che per la conduzione, iniziata nel 2001, di Per un pugno di libri su RaiTre), da qualche anno Marcoré è diventato uno degli attori più apprezzati della sua generazione anche al cinema, dopo la sua interpretazione in Un cuore altrove diretto da Pupi Avati. Da allora, sempre più frequenti le sue presenze sul grande schermo: al fianco di Luciana Littizzetto (sia in Ravanello pallido sia in Se devo essere sincera), ancora con Avati per La seconda notte di nozze e in altre varie pellicole dalle alterne fortune commerciali (Baciami piccina, L’estate del mio primo bacio, Lezioni di cioccolato). Senza dimenticare l’intensa interpretazione di Papa Luciani nell'omonima fiction Rai del 2007.

Per iniziare, una domanda scontata: come ti sei avvicinato al cinema?
Il problema non è questo, è il cinema che si deve lasciare avvicinare! Non dipende, purtroppo, dalla volontà degli attori. Arrivare al cinema era un mio obiettivo, ho fatto molti provini, ho cercato di farmi conoscere. Poi un bel giorno succede che il provino funziona, fai quello, ne fai un altro... L'importante è iniziare, poi quando arriva un regista più importante (come è successo a me con Pupi Avati) c'è anche un salto di qualità, acquisti una credibilità diversa anche agli occhi di altri registi che prima non ti avevano considerato tanto...

Il tuo è stato un inizio promettente: nel 1994, all’esordio con Ladri di cinema, eri già alla Mostra di Venezia…
Sì, ma il film non aveva pretese, era una piccola autoproduzione. Ci sono infatti voluti 5 anni per riuscire a fare altro!

Trovi tanta differenza nel recitare per il cinema o per le fiction tv?
Non molta, almeno per noi attori. Si tratta di differenze più di carattere produttivo, al cinema in genere si hanno tempi più lenti. Per le altre cose che faccio, invece (teatro e tv), siccome sono proprio registri diversi, mi rapporto in maniera diversa. A teatro, per esempio, bisogna essere più vistosi, compiere gesti più esagerati, ma è solo una delle differenze.

Il cuore altrove è stato decisivo per la tua carriera.
Come ti sei trovato a lavorare con Avati?
Ottimamente, è un bravissimo regista. Sa quello che deve fare, non perde tempo, e poi è molto bravo con i suoi interpreti. Tu attore hai meno dubbi, lui ti sa dirigere come pochi altri. Lavorerò sempre molto volentieri con lui, se mi chiamerà ancora!

Hai mai pensato di lavorare all'estero?
Magari! Anche in questo ti devono chiamare... Credo sia difficile, ma ovviamente andrei di corsa.

La tua interpretazione di Papa Luciani è stata accolta molto positivamente. Come è stato affrontare il personaggio?
Sentivo una grossa responsabilità, è stato un personaggio molto amato dalla gente. Ma allo stesso tempo è stato anche più facile, perché era una figura molto forte: l'ho preparato come qualsiasi altro ruolo, ma essendo realmente esistito ho cercato di raccogliere più informazioni possibili per costruirlo anche nei piccoli movimenti, anche nei tic...
Cercando di evitare il rischio di farne una macchietta...
Se uno sta bene attento, non cade nell’imitazione e non fa una macchietta: in questo caso, Luciani aveva sicuramente un'inflessione dialettale molto forte, che sarebbe stato sbagliato non rendere. Però al tempo stesso non doveva essere esagerata: spero di essere riuscito a farlo nel modo giusto…

Quali sono i prossimi progetti lavorativi?
A breve inizierò a girare una fiction per RaiUno che si vedrà tra un anno almeno, gireremo fino a settembre. Poi dopo non lo so, non c'è niente di certo...

Per finire, il nostro consueto spazio per le domande-flash. Qual è stato l'ultimo film visto al cinema?
Coi bimbi sono andato a vedere Bee movie.

Il regista con cui vorresti lavorare?
Con tutti quelli bravi! Una marea... Il cinema francese mi piace molto, ti direi Agnes Jaoui. Ha diretto molte pellicole che ho amato (Il gusto degli altri, Così fan tutti), mi sento molto affine al suo cinema. In Italia sono davvero tantissimi, per quanto riguarda l'estero ti aggiungo Robert Redford perché mi piace molto, come attore e come regista...

C’è un attore che ti ha ispirato?
No, ma ce ne sono tanti che ammiro. Imparare si impara da tutti, dai grandi attori italiani (come Sordi, Gassman...) e forse ne prendi qualcosa, ma inconsapevolmente...

Il tuo film più amato in assoluto?
Le commedie in genere: mi fa sempre molto ridere rivedere Frankenstein Jr. di Mel Brooks, Febbre da cavallo di Steno, Una poltrona per due e The Blues Brothers di John Landis... Tutta la roba di Landis, è un altro regista niente male... Non posso non dire C'eravamo tanto amati, Il sorpasso, tutti i film di Risi, Scola e Monicelli: mi piacerebbe lavorare con loro, ma sono tutti e tre abbastanza avanti con gli anni. Anche se gli auguro lunga vita, ci sono poche speranze.

Cosa pensi, infine, del cinema attuale?
Ci sono molti giovani autori con grandi capacità, solo che non hanno opportunità. E’ già difficile riuscire a realizzare un’opera prima, figuriamoci per la seconda! Ci sono poche risorse, è più un problema di natura produttiva, e poi il bacino d'utenza non è ampio come in altri Paesi, in Italia è già tanto restare 3 settimane in sala!
Intervistatore Marco Frassinelli, Redattore Carlo Griseri
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