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ALESSANDRO SCIBILIA
(Sanremo (IM) 29 dicembre 1974)
Si avvicina al disegno da autodidatta. La sua carriera è segnata dall’incontro con il disegnatore di Tex Carlo Marcello, i cui preziosi consigli lo aiutano a maturare. Nel 2004, pubblica per Innovation il n. 0 de “Il Sorriso della Bagiua”, scritto dal fratello Andrea, e l’ottima accoglienza spinge i due fratelli a realizzarne una miniserie. Una sfortunata parentesi con un editore interrompe il progetto per un anno, ma nel 2006 esce lo speciale “Interludium”, un forte segnale di rinascita de “Il Sorriso della Bagiua.” Nel 2006, da un’idea di Andrea, nasce il Festival “Autunnonero” e Alessandro raffigura nella
sua locandina l’incontro tra Dampyr, padrino della manifestazione, e “Il Sorriso della Bagiua”. Il creatore di Dampyr Mauro Boselli ne resta entusiasta e poco dopo nasce la collaborazione con la Bonelli. Al momento, Alessandro sta realizzando la sua prima storia di Dampyr e la miniserie de “Il Sorriso della Bagiua” di prossima pubblicazione.
Come spettatore, qual è il tuo rapporto con il cinema?
Il mio è un rapporto di amore incostante. Mi piace molto, ma a volte tendo a trascurarlo e a non seguirlo, ultimamente sto trovando “linfa” interessante in serie TV come 24, Lost, Supernatural, Criminal Minds e molte altre. Naturalmente un buon film non lo rifiuto mai e se non riesco a vederlo al cinema lo recupero su SKY.

Quanto il cinema influenza il tuo lavoro di fumettista?
Molto. Mi piace molto il cinema horror, anche se ultimamente i film sono perlopiù remake e mancano di emotività, una volta bastava poco per trasmettere emozioni, mentre ora dietro la facciata degli effetti speciali e di una buona fotografia rimane poco. La mia passione per l’horror è riconducibile ad un aneddoto. Quando ero molto piccolo, non ti so dire l’età, in tv davano il primo Creepshow. Nonostante i miei all’inizio non volessero farmelo vedere, alla fine la spuntai e riuscii a seguirne alcuni episodi. Naturalmente la notte non dormii, come chiudevo gli occhi vedevo zombie liquefatti ricoperti di alghe ovunque! Ma da quel momento, quelle forti emozioni mi invasero e cercai di vedere più horror possibile! Sono proprio quelle emozioni che cerco e che purtroppo ritrovo raramente nei film di oggi, sarò troppo smaliziato! E sono proprio quelle emozioni che mi piace trasmettere nelle storie che disegno.

Perchè hai scelto questo soggetto (Ju-on)?
Devo dirti che Ju-On all’epoca è stato una folgorazione. Grazie a lui ho scoperto il cinema orientale e registi come Takashi Shimizu, Hideo Nakata, Takashi Miike. Era proprio quello che cercavo, il cinema horror orientale riesce a trasmettere momenti di forte emotività, come dimenticare la scena di Ju-On in cui il cadavere di Kayako scende le scale o il climax finale di Audition? Ed è proprio a quella scena di Ju-On che ho voluto rendere omaggio.

Negli ultimi anni il cinema horror giapponese è stato riscoperto anche in occidente. Questo ha portato ad una serie di remake di film orientali quali The Ring, The Eye e lo stesso Ju-on - The Grudge. Cosa ne pensi di questo fenomeno?
Penso che gli americani non abbiano più molte idee, ed è per questo che si affidano ai remake di classici come Non aprite quella porta, Halloween, Venerdì 13 e al rifacimento di film di successo orientali per portare soldi nelle casse delle Major. Nel caso dei film orientali si è perso molto, anche perché hanno cercato di occidentalizzare un modo di fare cinema che è proprio di quelle culture, i tempi dilatati, le lunghe pause... lo trovo discutibile, soprattutto nel caso di The Grudge dove il regista è lo stesso Shimizu che cita se stesso non apportando nulla di nuovo se non volti noti di attori occidentali.

Tornando al fumetto, di cosa ti stai occupando in questo momento?
Sono al lavoro sulla mia prima storia di Dampyr che uscirà il prossimo anno e vedrà il ritorno dei cacciatori di fantasmi... e non solo! Ho quasi terminato il primo numero de Il Sorriso della Bagiua dal titolo Mundus Alter e a breve inizierò il secondo Mater. E nei, pochi, ritagli di tempo mi dedico ad illustrazioni varie, recentemente ho realizzato la copertina di un libro sui luoghi della stregoneria in Italia, guarda caso, che uscirà a giugno per la Venexia.

Il protagonista di Dampyr è disegnato sui lineamenti del noto attore Ralph Fiennes (Spider, Schindler's List). Questo è un fenomeno abbastanza diffuso nel fumetto italiano (ad esempio Dylan Dog-Rupert Everett, Ken Parker-Robert Redford); ci puoi spiegare perché avviene questo fenomeno?
Bisognerebbe chiedere ai creatori dei personaggi, ma posso darti il mio punto di vista. I fumetti italiani, come Dampyr e Dylan Dog, hanno un nutrito staff di disegnatori che realizzano le storie, ogni albo ha 94 tavole e occorre tempo per farle (naturalmente ci sono disegnatori più o meno veloci), la scelta di un volto noto semplifica i tempi di “adattamento”, in quanto ognuno ha dei riferimenti precisi, nonché una buona documentazione fotografica e anche se “filtrato” dallo stile del disegnatore, sarà sempre riconoscibile. Se invece fosse realizzato dal disegnatore mancherebbe il riferimento primario, in quanto il volto avrà già il suo stile e un altro che si appresterà a rappresentarlo ci metterebbe più tempo a farlo proprio. Poi c’è l’affezione verso il pubblico, può piacere o meno, ma indubbiamente un volto conosciuto e riconducibile a un film (nel caso di Dampyr Ralph Fiennes in Strange Days), “buca” di più.

Quali sono i tuoi registi preferiti?
Ridley Scott, David Lynch, George A. Romero (che guarda caso diresse Creepshow), Sergio Leone, Hayao Miyazaki, i sopra citati Shimizu, Nakata, Miike e molti altri…

Tre film che porti nel cuore (oltre a Ju-on)?
Tre film rigorosamente non horror, ne ho parlato abbastanza!
Una tomba per le lucciole, un film di animazione di Isao Takahata, bellissimo e struggente, Elephant Man di David Lynch, magnifico e Il gladiatore di Ridley Scott, epico.

Marco Frassinelli
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