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Lunedì 2 disembre Ore 16:15 - 20:15 - 22:30
IL CASO KERENES
(Romania 2013) di Calin Netzer (112')
Con Luminita Gheorghiu, Bogdan Dumitrache, Florin Zamfirescu, Natasa Raab, Ilinca Goia, Vlad Ivanov, Mimi Branescu, Adrian Titieni

Cornelia ha sessant'anni, un marito di cui ha scarsa stima e un figlio, Barbu, di 34 anni che convive con una donna divorziata. Cornelia vorrebbe che Barbu continuasse a comportarsi come il bambino di un tempo ascoltando i suoi consigli e mettendoli in pratica. Il figlio la evita più che può fino a quando un giorno investe ed uccide con la sua auto un bambino. Cornelia decide di prendere in mano la situazione per evitare al figlio la galera. Netzer descrive con grande precisione (supportato da un'attrice intensamente calata nel personaggio come Luminita Gheorghiu) il rapporto malato che Cornelia sa instaurare con chiunque la circondi (ivi compresa la colf). Il suo bisogno di controllo (mascherato sotto la forma di disinteressati consigli) è assoluto e conservato con la tecnica pugilistico-psicologica del lavoro ai fianchi. Il cavallo di Troia è sempre e comunque il senso di colpa che cerca di instillare nel figlio il quale è ormai incapace di affrontare qualsiasi altra opzione che non comporti la fuga dalle responsabilità. Sullo sfondo, ma messa a fuoco da una sceneggiatura capace di un work in progress efficace, c'è la Romania di oggi.

Premi:
Vincitore di 2 premi internazionali ossia l'Orso d'Oro e il Premio Fipresci al Festival di Berlino.

Così la critica:
Maurizio Acerbi (Il Giornale)

Di solito, nei Festival, premiamo delle pizze noiosissime. Questa volta, no. L'Orso d'oro 2013 di Berlino è un signor film che offre diversi spunti di riflessione sul ruolo dei genitori oggi. Una lezione che arriva dalla Romania, come a dire che tutto il mondo è paese quando si tratta di mamme soffocanti e figli soggiogati. (...) Alla donna (...) dà volto una bravissima Luminita Gheorghiu (...). In una campagna povera, il dialogo serrato tra le due madri rimette in riga il giusto valore del danaro. A Papa Francesco piacerebbe tantissimo la teoria che la morale e la coscienza non hanno prezzo. E al figlio, forse, converrebbe più la prigione che una vita dietro le sbarre di un amore soffocante. Capacità narrativa non comune e toni shakesperiani per uno dei film più belli di questi ultimi anni.

CALIN PETER NETZER - Petrosani (Romania), 1975
Di origine rumena, emigra in Germania nel 1983 e nel 1994 torna in Romania per studiare presso il Film Directing Department della Theater and Film University di Bucarest e ottiene il diploma di regista nel 1999. Nel 1997 realizza il cortometraggio 'Maria', con cui attira l’attenzione su di sé, tra l’altro, ai Festival di Berlino (Premio speciale della giuria e Premio della distribuzione), Monaco di Baviera (Premio Kodak) e al Festival dei nuovi talenti europei di Barcelona (Gran Premio). Dopo un altro corto ('The Snow of the Lambs', 1998, Premio alla regia al Festival di Dresda), nel 2003 riprende in mano il precedente 'Maria' e lo adatta per il grande schermo, ricevendo altri riconoscimenti, tra cui il più importante è il Pardo d'argento a Locarno. Per lo stesso Netzer, 'Maria' è "il film di un destino": in condizioni disperate, una donna prende in considerazione la prostituzione come soluzione estrema per poter continuare a prendersi cura dei suoi figli. Nel 2008 realizza 'Medalia de onoare', premiato in Italia al festival di Torino. È la storia di un 75enne e del suo rapporto, compromesso dal silenzio e dall’indifferenza, con moglie e figlio: “un film che tratteggia un quadro di grande umanità e lo fa con misura e delicatezza" (Rossi).

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