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Lunedì 17 febbraio Ore 16:15 - 20:15 - 22:30
MONSIEUR LAZHAR
(Canada, Francia 2011) di Philippe Falardeau (94’)
Con Mohamed Said Fellag, Emilien Néron, Sophie Nelisse

In una scuola elementare di Montréal una maestra si suicida impiccandosi nell’aula in cui svolge le lezioni. La direttrice accetta di affidare la conduzione della classe a Bachir Lazhar, un immigrato algerino di 55 anni che vive da qualche anno in Quebéc dove ha richiesto asilo politico. L’inserimento di Bachir nell’ambiente scolastico è aiutato da una collega, Claire, e il nuovo maestro riesce a stabilire un rapporto di fiducia con i bambini.

Premi:
Vincitore di 28 premi internazionali (più 11 nomination) tra cui la nomination all'Oscar con Miglior film straniero e il Premio del pubblico e il Premio Variety Piazza Grande al Festival di Locarno.

Così la critica:
Marianna Cappi (Mymovies)

Un film commovente, non pietistico né moraleggiante che riflette sul senso della perdita. Malgrado il divario culturale che lo separa dai suoi alunni, Bachir impara ad amarli e a farsi amare e l’anno scolastico si trasforma in un’elaborazione comune del dolore e della perdita e una riscoperta del valore dei legami e dell’incontro.

Anna Maria Pasetti (Rolling Stone)
Integro ma non integralista l’insegnante elementare Bachir Lazhar tenta il miracolo: mettere le pezze negli animi di una classe sconvolta. Quinto lungo del cineasta del Québec previene le facili retoriche dello “school movie” e procede con rigore e personalità.

Fegatelli (Cineforum)
Naviga tra sentimento e simpatia, descrivendo contrasti, punti d’incontro e lievi spunti divertenti.

Carabba (Sette / Corriere della Sera)
Falardeau scrive e dirige questa parabola sul dolore (e la forza) di esistere con un rigoroso pudore che colpisce al cuore.

PHILIPPE FALARDEAU – Hull (Québec, Canada), 1968
Regista e sceneggiatore, Falardeau è da 25 anni una delle figure più importanti del cinema del Quèbec. Ciascuno dei suoi film testimonia il suo preminente impegno politico e sociale. Si fa notare alla fine degli Anni ’80 con 'A force de courage', un cortometraggio sull'indipendenza algerina. Dopo il pluripremiato 'Elvis Gratton’ (Genie Award per il miglior corto dell'anno), si laurea nel 1992 in scienze politiche all'università di Ottawa e inizia a girare per il mondo, realizzando una ventina di cortometraggi per la popolare serie Tv 'La Course Destination Monde'. Nel 1997 realizza il documentario 'Patè chinois', sull'immigrazione cinese in Canada. Nel 2000 esordisce nel lungometraggio con 'La moitiè gauche du frigo', grande successo in Canada e miglior opera prima al festival di Toronto. Nel 2001 dirige '15 février 1839', sulle ultime ore di tre condannati a morte all'indomani dell'insurrezione del 1837. 'Congorama' (2006, suo terzo lungometraggio e premio Jutra per il miglior regista canadese dell'anno) è una sorta di thriller esistenziale sull'identità e la famiglia, che riesce a mantenersi sempre in un delicato equilibrio tra comicità e malinconia. Il successivo ‘C’est pas moi, je le jure!’ (2008) viene premiato in una sezione collaterale del festival di Berlino con l'Orso di Cristallo e il Gran Premio della Giuria. Candidato agli Oscar 2012, ‘Monsieur Lazhar’ si è aggiudicato premi ai festival di Locarno e Toronto ed è risultato essere il film canadese più premiato dell’anno in patria (7 Jutra Awards).

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