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Lunedì 18 Maggio Ore 16:15 - 20:15 - 22:30
LA MAFIA NON È PIÙ QUELLA DI UNA VOLTA
(Italia, 2019) di Franco Maresco – dur. 98’.
Con Letizia Battaglia, Ciccio Mira.

Dopo venticinque anni dalla scomparsa dei due più emblematici rappresentanti della lotta al potere della mafia, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Maresco vuole appurare lo stato di salute di Palermo tramite l'intercessione della tenace amica e fotografa di mafia Letizia Battaglia. Egli la sguinzaglia in mezzo agli edulcorati cortei aperti in tutta la città. Il pop latino alimenta lo sfrenato ritmo dei giovani delle scuole, intenti a ballare febbrilmente mentre impugnano un cartello con su scritto "la cultura uccide la mafia". Prima si va ad ammirare la "nave della legalità" pronta a salpare, poi tutti sotto l'imperioso Albero Falcone in via Notarbartolo. Forse un po' troppo imperioso visto che a qualcuno di questa prosperosa e rigogliosa vitalità floristica, sinceramente, ne farebbe anche a meno. La donna, con un passato da attivista politica tra le fila dei Verdi e cofondatrice del Centro di Documentazione "Giuseppe Impastato", non riesce a reggere l'urto. Il disorientamento della Battaglia è totale, a tratti si tramuta nella rabbia di una sbracciata o di un gestaccio tra la folla ma ben presto è destinata a placarsi in un pianto sconsolato da sola, all’interno di un’auto.

Premi:
Vincitore del Premio speciale della giuria alla Mostra del Cinema di Venezia.

Locandina del film immagine tratta dal film
Così la critica:
Cristina Piccino (Il Manifesto)
La mafia non è più quella di una volta. Lo provano anche i nuovi protagonisti dell'immaginario mafioso, hi-tech e strafottenti nel lusso cafone di ville abusive, scaltri manipolatori della finanza che copre l'odore arcaico della porcilaia: ma è sempre potere, soldi, controllo cosa è cambiato allora? La narrazione? L'abitudine? Come è possibile che gli eroi della lotta alla mafia, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino finiscono serigrafati (come un tempo Che Guevara) sulla t-shirt di un giovane aspirante neomelodico un po' stonato, di voce e di testa, Cristian Miscel, che nell'impresa di cantare si intestardisce fino a impazzire? E pensare che per farsi un nome il suo impresario, Ciccio Mira, gli aveva fatto raccontare di essere stato in coma dopo un incidente e di essersi risvegliato grazie all'apparizione di Falcone e Borsellino che dall'aldilà gli dicevano: «Svegliati e canta».
FRANCO MARESCO
Palermo (Italia), 1958

In coppia con Daniele Ciprì ha prima realizzato, a cavallo tra gli anni '80 e '90, la serie televisiva 'Cinico tv' e poi diretto i grottesco-surreali 'Lo zio di Brooklyn' (1995) e 'Totò che visse due volte' (1998), “tra i film più intransigenti, scomodi e sperimentali della recente cinematografia italiana. Dietro la patina di un umorismo tetro e cinico e la provocatorietà di alcune scelte registiche, il cinema dei due è un canto malinconico e pieno di pietà che racconta di uomini sopravvissuti a una sorta di estinzione" (Canova). Nel 2008 il duo artistico si scioglie e Maresco prosegue la carriera da solo. "Lo scioglimento del sodalizio consente di distinguere con effetto retroattivo il braccio (Ciprì) dalla mente (Maresco) nel fitto universo visionario e sconcertante che ha provveduto ad eleggere in maniera provocatoria gli ultimi, gli impresentabili, a verosimili soggetti speculari, coerenti e paradossali di un'Italia davvero inguardabile e profondamente (in)civile. Quello di Ciprì e Maresco è stato un complesso, duraturo e articolato progetto audiovisivo, in cui si sono avvicendati, sovrapposti, intersecati, contaminati a vicenda programmi, cortometraggi, sketch, lungometraggi, documentari e docufiction. Un progetto decisamente strategico e isolato che dalla galleria televisiva di 'Cinico Tv' al film del congedo (‘Come inguaiammo il cinema italiano’) ha fatto storia. Storia della televisione italiana degli ultimi vent'anni, di pari passo con la storia del cinema italiano" (Mancino, Cineforum). “La mafia non è più quella di una volta’ è il suo nono lungometraggio.
Foto del regista
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