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Lunedì 14 Gennaio Ore 16:15 - 20:15 - 22:30
LA CASA SUL MARE

(Francia, 2017) di Robert Guediguian – dur. 107’
con Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan, Jacques Boudet, Anaïs Demoustier.

In una calanca vicino a Marsiglia, in pieno inverno, Angela, Joseph e Armand si riuniscono per star vicini al vecchio padre. È il momento di misurare quanto è rimasto in loro degli ideali che il padre ha insegnato. L'arrivo di alcune barche dal mare, però, sconvolgerà i loro pensieri...

Premi:
Premi: Vincitore di 2 premi internazionali più due nomination. In concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.

Locandina del film immagine tratta dal film
Così la critica:
Emiliano Morreale (L'Espresso)
Uno dei migliori film di Robert Guédiguian, spesso cantore della Marsiglia popolare (...). “La villa” (questo il titolo originale) è in fondo una stoica contemplazione della morte, però anche un film sorridente e affettuoso. Il ricordo dei traumi personali e il rimpianto per la fine di un mondo (gli abitanti del paesino sono spariti uno a uno, vendendo le case agli speculatori) non diventano mai patetici, neanche quando si tocca la politica. Perché l'osservazione delle dinamiche tra personaggi, psicologiche ma soprattutto sociali, è precisa, sostenuta dalla forza dei luoghi e dal cast. I tre fratelli, di sinistra e di mezza età, sono smarriti davanti alle nuove generazioni che hanno "la testa a destra e il cuore a sinistra, come tutti".

Lorenzo Rossi (Cineforum.it)
Con “La casa sul mare” Guédiguian fa il punto, torna ai suoi temi, alla sua gente, ai suoi luoghi e alla sua luce. Lo fa con nostalgia, che è una costante del suo cinema, ma senza paternalismi, senza retorica a buon mercato e costruendo un'opera tenace e rigorosa. Capace di sintetizzare con grande intelligenza il cinema privato di cui si diceva con uno sguardo politico centrato sul presente, per nulla passatista o malinconico.

Elisa Giudici (FoxLife)
È un film pieno d'affetto “La casa sul mare”: quello dei figli per gli anziani genitori, quello tra fratelli disposti a sostenersi a vicenda per affrontare la morte imminente del padre e quello inaspettato dell'amore che finisce o ricomincia. Non manca la giovane e terza generazione nel film, quella che in cui i ricordi della vita nel paesino di mare sono sfumati o inesistenti. È il nuovo che avanza e non comprende, ma è comunque capace d'empatia e tenerezza.
ROBERT GUÈUDIAN
Marsiglia, Francia, 3 dicembre 1953

Nei suoi film, “i temi e i toni si ripetono con un afflato insieme sociale e poetico: l'emarginazione, il degrado, la disoccupazione, la droga, l'immigrazione. Sono inni alla solidarietà, alla tenacia dell'amicizia e degli affetti, all'umanità, alla dignità, al gusto di sognare di un gruppo di irriducibili” (Azzalin, SegnoCinema). Tra gli autori prediletti del Cineforum Imperia, Guédiguian nasce a Marsiglia nel popolare quartiere dell'Estaque. Figlio di due immigrati, cresce in un mondo strutturato dal movimento operaio, dalla coscienza di classe e dalla forte conflittualità sociale. Partendo da questi presupposti il futuro cineasta intraprende un'attività militante che non abbandonerà mai: prima nelle file del PCF, poi in maniera sempre più indipendente, fino a sfociare nella mobilitazione intellettuale a favore dei sans-papier. I suoi primi film (ha esordito nel 1980) sono praticamente sconosciuti in Italia. I film successivi, spesso inseriti nelle nostre stagioni, confermano il suo valore assoluto: 'À l'attaque!' (2000, ancora la fatica di vivere, ma con un lieto fine da realismo magico), 'La ville est tranquille' (2001, l'odissea quotidiana di chi va avanti fra una destra cinica al governo e tanto razzismo), 'Marie-Jo e i suoi due amori' (2002, sui patemi d'amore di una donna che non sa chi scegliere fra suo marito e il suo amante), 'Le passeggiate nel Campo di Marte' (2005, un documentario di finzione che racconta gli ultimi due anni di vita di Mitterand), 'Le nevi del Kilimangiaro' (2011, in cui una vecchia classe operaia si trova fortemente in lotta con la nuova società contemporanea).
Foto del regista
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