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Lunedì 6 Novembre Ore 16:15 - 20:15 - 22:30
IL MEDICO DI CAMPAGNA

(Francia, 2016) di Thomas Lilti – dur. 102’
con François Cluzet, Marianne Denicourt, Christophe Odent, Patrick Descamps, Guy Faucher.

Tutti gli abitanti di un paesino di campagna possono contare su Jean-Pierre, il medico che li ascolta, li cura e li rassicura giorno e notte, sette giorni su sette. Malato a sua volta, Jean-Pierre assiste all'arrivo di Nathalie, che esercita la professione medica da poco tempo e ha lasciato l'ospedale dove lavorava per affiancarlo. Ma riuscirà ad adattarsi a questa nuova vita e a sostituire colui che si ritiene... Insostituibile?

Premi:
Nominato a 2 premi internazionali.

Locandina del film immagine tratta dal film
Così la critica:
Roberto Nepoti (La Repubblica)
Premesso che si tratta di un bel film (unfeel-good-movie alla francese con qualche venatura amara), Il medico di campagna darà materia di discussione agli spettatori. Molti dei quali, come pazienti, rimpiangono l'umanesimo della medicina porta-a-porta a fronte di quella impersonale di oggi, quando il dottore è sempre meno un confidente e sempre più un "tecnico". E tuttavia Thomas Lilti, che ha esercitato a lungo come medico prima di soccombere al virus del cinema, non fa prediche ma si limita a porre la questione, che è seria. Senza mai dimenticare che sta raccontando una storia di "caratteri"; e lo fa molto bene.

Mauro Donzelli (Coming Soon.it)
Lilti con la sua opera terza, Il medico di campagna, sposta la sua attenzione sulla figura del maturo dottore generalista di campagna Jean-Pierre, sfruttando ancora una volta alcune sue esperienze dirette. Una figura affascinante, quella del guaritore a domicilio, con la sua borsa di pelle accanto alla vita, che gira per la provincia francese portando la sua sapienza di guaritore, ma soprattutto la saggezza di qualche parola ben spesa. Incontri particolari Jean-Pierre ne fa da tanti anni, lui che vive per il suo lavoro, giorno e notte, sette giorni su sette, e ha la fiducia cieca dei suoi pazienti.

Fabio Ferzetti (Il Messaggero)
Vecchi e giovani, malati veri e coppie sbilenche, campi nomadi e sindaci affaristi, momenti drammatici e tipi buffi: a posteriori non manca niente, ma Lilti e i suoi attori (eccellenti Cluzet e la Denicourt, perfetti tutti gli altri) hanno tempi perfetti, sguardo acuto, e alle spalle una struttura di racconto così solida da essere invisibile. Bulgakov e anche Cechov sono passati di qui. Ma l'ex-medico Lilti ne approfitta per aprirci gli occhi sul presente.

Thomas Lilti (Il regista)
Il medico di campagna è come un vero eroe popolare, la gente lo ama e ha la particolarità di essere una figura quasi in via di estinzione a causa del continuo spopolamento delle campagne. Incarna un importante ruolo sociale e funge da legame tra le generazioni, lottando contro l'isolamento e la solitudine dei suoi pazienti. Nel mio film, ha il volto di François Cluzet, che a differenza di Marianne Denicourt (che interpreta Nathalie) non ha voluto trascorrere tempo in compagnia di un vero medico di campagna.
THOMAS LILTI
Francia, 30 maggio 1976

Appassionato di cinema fin da ragazzo, intraprende la carriera medica alla quale abbina (dal 1999) quella di sceneggiatore e regista. È autore di tre cortometraggi, prima di realizzare nel 2008 ‘Les yeux bandés’, il suo esordio nel lungometraggio passato inosservato. Negli anni successivi lavora come sceneggiatore per le serie televisive ‘Summer Dreams’ e ‘Télé Gaucho’. La notorietà arriva nel 2014 con la regia di ‘Hippocrate’ (sette candidature ai premi César, tra cui miglior regia e migliore sceneggiatura), in cui un giovane medico si confronta con la durezza del tirocinio, con le paure e i dubbi suoi e dei suoi pazienti.
‘Il medico di campagna’ è il suo terzo lungometraggio.
Foto del regista
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