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Lunedì 4 Dicembre Ore 16:15 - 20:15 - 22:30
A CIAMBRA

(Italia, Francia, Germainia, 2017) di Jonas Carpignano – dur. 117’
con Pio Amato, Koudous Seihon.

Ad "A Ciambra" una piccola comunità Rom nei pressi di Gioia Tauro, Pio Amato cerca di crescere più in fretta possibile, a quattordici anni beve, fuma ed è uno dei pochi in grado di integrarsi tra le varie realtà del luogo: gli italiani, gli immigrati africani e i membri della comunità Rom. Pio segue ovunque suo fratello Cosimo, imparando il necessario per sopravvivere sulle strade della sua città. Quando Cosimo scompare le cose per Pio iniziano a mettersi male, dovrà provare di essere in grado di assumere il ruolo di suo fratello e decidere se è veramente pronto a diventare un uomo.

Premi:
Vincitore di 2 premi internazionali più 2 nomination.

Locandina del film immagine tratta dal film
Così la critica:
Paolo D’Agostini (La Repubblica)
Il film è centrato su Pio Amato (che interpreta se stesso), un adolescente rom. Naturalmente sfrontato e ribelle alle regole e alla legalità, impasto inestricabile di ingenuità e cinismo contemporaneamente presenti nel suo approccio alla vita precocemente disincantato ma senza perdere l'infantilismo e la tenerezza della sua età, Pio fa amicizia con gli africani - con il personaggio interpretato da Koudous Seihon principalmente - che lo accolgono come un fratellino e cercano di proteggerlo mettendolo in guardia dal non mettersi così presto nei guai, ma li tradisce senza battere ciglio compiendo il suo percorso di iniziazione da bambino a uomo, secondo le regole non scritte e ataviche di una comunità senza tetto né legge, corrotta dalla convivenza con la "morale" mafiosa. Forma volutamente intermedia, molto attuale, tra finzione e documentario, il film osserva, accompagna, ascolta. Si immerge, affianca e non giudica, secondo un'estetica e una morale (indissolubili, ricordate, secondo l'estremismo della Nouvelle Vague di cui fece le spese il povero Gillo Pontecorvo ai tempi e per causa del suo Kapò) piuttosto discutibili ma senza il minimo dubbio efficaci nel plasmare un personaggio che non si fa dimenticare. E che sarebbe piaciuto a Truffaut.

Valerio Cappelli (Corriere della Sera)
A Ciambra, il film italiano candidato all’Oscar 2018 diventa un «caso». Per il regista Jonas Carpignano, 33 anni, «è stato uno choc». Il regista era a ballare la tarantella con gli zingari: «Ancora non ci credo».
Non se lo aspettava al punto che a Riace, il paesino dei bronzi vicino alle sue radici, era andato «alla festa di Cosma e Damiano a ballare la tarantella per la notte intera, con tutti gli zingari della Calabria, e mi ero dimenticato della candidatura, non sapevo nulla degli altri in lizza, tanto non ci speravo».

Mauro Donzelli (Coming Soon.it)
Il regista Jonas Carpignano, italiano di nascita e formazione americana, ha trovato il suo universo e non ha intenzione di abbandonarlo. Pochi chilometri intorno a Gioia Tauro, arrivando fino alla tendopoli in cui sono ammassati centinaia di immigrati a Rosarno, per lo più braccianti stagionali africani. Padre italiano e madre afro americana, dopo gli studi negli Stati Uniti si è stabilito in Italia, in quella terra che doveva accoglierlo per girare un cortometraggio, A Chjàna, sulla rivolta dei lavoranti africani di Rosarno. Un lavoro di anni, un percorso di conoscenza basata sul rispetto fra chi intuisce la potenzialità di volti e storie e che ha la fiducia di affidarsi. Solo così si spiega la purezza rara del lavoro di Carpignano, che ritrae Pio e famiglia per quello che sono, che fanno ogni giorno, sotto la pressione della doppia legalità: quella della polizia e quella della comunità rom. Nessuna difesa d’ufficio o retorica dello svuotamento di luoghi comuni radicati, bensì il tentativo, quasi incosciente eppure riuscito, di farci affezionare ai personaggi del film. Neorealismo nobile, costruito intorno alle persone fino a renderle attori credibili, rimanendo narrativamente in binari consolidati.
JONAS CARPIGNANO
New York, 16 gennaio 1984

“Mi sento italiano, ma la mia formazione è americana. Avrei potuto lavorare in America, ma ho scelto di venire qui perché mi sento molto vicino al cinema italiano. Mio nonno era un regista di Carosello e mi ha fatto crescere con il neorealismo, ho visto i film di Visconti quando avevo otto anni; quindi quando è arrivato il momento di realizzare la mia opera prima ho capito che per me non c'era altra scelta. Mi sento molto più a mio agio in questo paese anche se sono cresciuto in America nei multiplex tra i blockbuster e Robert Altman”.
“Scrivo solo scene che ho già visto, i protagonisti dicono e fanno cose che hanno già detto. Vedo una cosa e la metto nel film, cerco sempre di inserire dentro la storia i dettagli della vita”.
Nato a NYC da padre italiano e madre originaria delle Barbados, studia alla Wesleyan University e in seguito frequenta i corsi di cinema della New York University. I suoi corti (tra cui il premiatissimo ‘A Chjana’) gli valgono l’inserimento nel 2012 nell’elenco delle 25 promesse del cinema indipendente americano stilato dalla rivista Filmmaker Magazine.
Con il suo primo film, ‘Mediterranea’ (2015) vince il Gotham Independent Film Awards come regista rivelazione e il National Board of Review Awards come miglior regista esordiente.
‘A ciambra’ è il suo secondo lungometraggio.
Foto del regista
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