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Lunedì 19 marzo Ore 16:15 - 20:15 - 22:30 - "Omaggio a Peter Sellers"
OLTRE IL GIARDINO

(USA, 1980) di Hal Ashby – dur. 130'
Con Peter Sellers, Shirley MacLaine, Jack Warden, Richard Basehart, Melvin Douglas.

Chance è un giardiniere che si occupa solo del giardino del suo vecchio padrone e della televisione, unico rapporto che da anni ha col mondo esterno.

Premi:
Vincitore di 13 premi internazionali più 15 nomination, tra i quali 1 Oscar (Miglior attore non protagonista) e 1 nomination all’Oscar (Attore protagonista), 2 Golden Globe (Miglior attore, Miglior attore non protagonista) e 4 nomination ai Golden Globe (Film, Regista, Attrice, Sceneggiatura), 1 BAFTA (Miglior sceneggiatura), 1 LAFCA (Miglior attore non protagonista). In concorso al Festival di Cannes. Film iscritto al National Film Registry degli Stati Uniti.
Locandina del film immagine tratta dal film
Così la critica:
Fernaldo Digiammatteo (Nuovo dizionario universale del cinema)
Il film è una dimostrazione della relatività di ogni significato, relatività di cui può essere latore solamente uno stupido “luminoso” come Chance il protagonista. Oltre il giardino è ‘immagine della genialità, come incrinatura dell’informazione massificata. Gran parte del merito nella riuscita del film va anche riconosciuta alla staticità ironica del volto di Sellers qui alla sua penultima apparizione.

Valerio Capprara
(il Mattino)
Decisiva la forza del romanzo da cui è tratto il film “Presenze” di Jerzy Kosinski che consente di costruire una sceneggiatura che dà spazio alla beffa ai danni della televisione giocando con un gusto colorito ed astuto su una ridda di contrattempi e di equivoci che anche se, come meccanismi e strutture sono quelle delle vecchie commedie ,sono rispolverati ad ogni passo da un brio, da una freschezza di trovate, e soprattutto, da una malizia di dialoghi, sempre godibili e ghiotti con accenti a volte così stralunati e sospesi da sfiorare per un verso il surreale .La recitazione di Peter Sellers ha un effetto di prodigio di sottigliezza.

HAL ASHBY
Ogden, Utah, 2 settembre 1929 – Malibu, Califorrnia, 1988

Personalità di spicco nel cinema americano degli anni Settanta per le sue posizioni critiche verso l'establishment, ha pagato anche in retrospettiva un modo di fare cinema che non venne mai meno alle utopie più radicali del proprio tempo. Osteggiato dal sistema hollywoodiano, Ashby fu invece amatissimo dalla parte più giovane e impegnata del pubblico.
“Inizia la sua carriera per la Universal e, dopo un decennio come montatore, incontra un grande successo di critica e di pubblico diventando il regista gentile e amabile di ‘Il padrone di casa’ (1970). Attento alla scelta degli attori, ‘Harold e Maude’ (1972) lo consacra commercialmente con un’anomala ma luminosa storia d’amore intergenerazionale fra un giovane necrofilo e una arzilla e simpatica vecchietta. Bruciante e antimilitarista con ‘L’ultima corvè’ (1973), con ‘Shampoo’ (1975) delinea un agrodolce ritratto di arrivismo e con ‘Questa terra è la mia terra’ (1976) omaggia l’America meno arrogante con W.Guthrie e le sue canzoni country. Nuovamente impegnato nel sociale con ‘Tornando a casa’ (1978), ricordo di un reduce dal tormento del Vietnam, realizza la sua opera più ambiziosa e convincente con la mordace parabola di ‘Oltre il giardino’ (1979), arguto rimbrotto della modernità”. Negli anni Ottanta la sua creatività è venuta esaurendosi in pellicole scarsamente incisive: “dopo il documentaristico ‘Time Is on Our Side’ (1982) sui Rolling Stones, gira ‘Lookin’ to Get Out’ (1982), improbabile commedia sul gioco, ‘La moglie del campione’ (1985), sagra dei luoghi comuni tra canzoni e baseball, e ‘Otto milioni di modi per morire’ (1986), fiacco e disadorno ritratto di un ex poliziotto beone e di una call girl di lusso” (Canova, Garzantine Cinema).
Foto del regista
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