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Così la critica:
Curzio Maltese
«Nel suo caso ci vorrebbe un miracolo. I miracoli a volte accadono», dice il medico alla paziente grave e povera. «Non nel mio quartiere». Chi l'avrebbe immaginato? La migliore battuta della rassegna di Cannes è in un film di Aki Kaurismäki. Dopo il pessimismo e la malinconia di Le luci della sera, il maestro finlandese torna ai toni più leggeri e all'humour geniale con Le Havre, uno dei film più belli in concorso. Riso e commozione sono da sempre colori presenti nella tavolozza di questo magnifico pittore di cinema, ma di rado capita di vederli così ben distribuiti sulla tela dello schermo. [...]

Mariuccia Ciotta (Il Manifesto)
Contro «chi guarda ma non vede», Aki Kaurismaki esercita il suo occhio allo stupore, popola il suo cinema di figurine pietrificate di fronte a un mondo capovolto. Non fa il poeta che orchestra una sinfonia irreale, semplicemente indica l'essenza delle cose, l'incanto dei dettagli. Inquadrature limpide, fermo-immagine sul «nulla». Un po' Marcel Carné nel Porto delle nebbie, ed è proprio a Le Havre che sbarca il regista finlandese con il suo ultimo capolavoro, omaggio al maestro. «Ho studiato i film di Carné ma non sono riuscito a rubargli molto», la location e il nome sì, perché in Miracolo a Le Havre (nel titolo originale il «miracolo» non c'è) il protagonista (André Wilms) si chiama Marcel, di cognome Marx, e non parliamo di Groucho. [...]

Paola Casella (Europa)
Esistono autori cinematografici in grado di creare un universo visivo coerente con se stesso e allo stesso tempo di rinnovarsi continuamente nei contenuti. Uno di questi è Aki Kaurismäki, il regista (ma anche sceneggiatore e produttore) finlandese che ha saputo raccontare per primo la crisi del lavoro in Europa con il suo Nuvole in viaggio (era il 1996) e che ha proseguito ad esplorare il tema del contrasto fra l’individuo e la società con gli altri due elementi di un’ideale trilogia: L’uomo senza passato, Gran premio della giuria al Festival di Cannes, e Le luci della sera. [...]

AKI KAURISMAKI - Orimattila (Finlandia, 4 aprile 1957)
Lo stralunato Aki Kaurismäki, nato in una famiglia della campagna finlandese, si trasferisce a Helsinki in gioventù con il fratello Mika, oggi anche lui cineasta, con il quale coltiva fin dall'infanzia la sua passione per il cinema. Sopravvive con umili lavori manuali, frequentando contemporaneamente cineteche e cineclub, e ben presto inizia la sua carriera come critico cinematografico. Riguardo ai suoi esordi dietro la macchina da presa, lui stesso racconta: “Forse ho pensato di fare cinema perché non sono capace di nessun lavoro onesto. Camminavo ogni giorno su e giù per le vie del centro di Helsinki cercando di rimediare i soldi per bere, ma era sempre più difficile trovarne. Allora ci siamo detti: cominciamo a fare film. Uno ha chiesto: su cosa? Io ho risposto: su questo schifo che è la nostra vita”. Decide così di creare con il fratello la casa di produzione Villealfa Filmproductions che realizza a budget ridotto i film di entrambi, opere minimali caratterizzate da uno stile tipicamente nordico, laconico ed essenziale.
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