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Lunedì 19 marzo Ore 16:15 - 20:15 - 22:30
POST MORTEM
(Cile, Messico, Germania 2010) di Pablo Larrain - dur. 98’
con Alfredo Castro, Antonia Zegers, Vadell Jaime, Nobuera Amparo, Marcelo Alonso
Santiago del Cile, 1973. Mario Corneo lavora come funzionario presso l’obitorio. Trascrive a macchina le autopsie. Si innamora di una ballerina di cabaret, Nancy, sua vicina di casa. Ma sono i giorni del colpo di stato, l’obitorio si riempie di cadaveri, della casa e della famiglia di Nancy non rimangono tracce.

Premi:
In concorso alla Mostra del cinema di Venezia, vincitore di un premio internazionale.


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Così la critica:
Marianna Cappi (MYmovies):
Il cileno Pablo Larrain dà nuovamente prova, dopo Tony Manero, di una capacità di racconto ammirabile, perché inedita ed efficace. [...] L’idea del film nasce da un articolo letto su un giornale a proposito dell’uomo che fece, insieme con pochi altri, l’autopsia ad Allende e si ritrovò nella posizione (nel “ruolo”, di fatto) di anonimo protagonista della storia della nazione. [...] Autore per stomaci forti, a 34 anni Larraín fa già del grande cinema, continuando ad inventare i modi del racconto e quelli dell’inquadratura.

Mauro Gervasini (FilmTv):
Storia di un emarginato (interpretato, come nel film precedente, dall’inquietante, bravissimo Alfredo Castro) giorno e notte alla deriva tra i cadaveri e che per un attimo assapora l’illusione dell’amore, mentre il mondo crolla. [...] Larraín aveva cominciato a girare con la macchina da presa mobile, “a mano”. Per fortuna ha cambiato idea, perché una storia così potente, ritratto tragico di vita e morte che (con)fluiscono, aveva bisogno di uno sguardo inerte, attonito. Non a caso di “tempo morto” parla il regista.

Paolo Mereghetti (Il Corriere della Sera)
Con una delle scene più angosciose che ricordi, Larraín ci costringe a riflettere sull’ignavia di chi chiude gli occhi di fronte alla realtà (a cominciare dai cileni che accettarono la dittatura) e preferisce cancellare la propria morale piuttosto che scontrarsi con il Male.

Lietta Tornabuoni (La Stampa):
Dolente, Post mortem è molto drammatico nel vedere parallelamente la vita dei cittadini e quella del Paese, ben fatto e interessante.

PABLO LARRAÍN - Santiago (Cile), 1976
Pablo Larraín studia comunicazione audiovisiva alla UNIAAC di Santiago del Cile. Tra i fondatori di Fabula, una casa di produzione cinematografica e pubblicitaria, debutta alla regia nel 2006 con Fuga, ottenendo riconoscimenti ai festival di Cartagena (miglior opera prima), Malaga (miglior film latino-americano) e Trieste (miglior film e premio della giuria). Il successivo Tony Manero (2008) è “un glaciale e commovente racconto di una discesa agli inferi da parte di un ossessionato fan di mezza età del John Travolta della Febbre del sabato sera. La sua vicenda, da ritratto grottesco di un perdente fuori tempo massimo, si trasforma nella storia di un ometto comune che persegue l’omicidio come pratica di sopravvivenza del tutto naturale” (Morreale). “Un film - aggiune Mereghetti - magari non perfetto stilisticamente, ma forte e inventivo, dove le qualità della messa in scena e l’originalità dell’idea hanno saputo fare tesoro anche dei limiti produttivi trasformando in pregi i possibili difetti”. Migliore film e miglior attore al Torino FF e nomination all’Oscar come miglior film straniero. Post Mortem (2010) è il suo terzo lungometraggio.
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