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Lunedì 23 Gennaio Ore 16:15 - 20:15 - 22:30 - Giornata Mondiale della Memoria
IL FIGLIO DI SAUL
Saul Fia

(Ungheria, 2015) di László Nemes – dur. 107’
con Géza Röhrig, Levente Molnar, Urs Rechn, Todd Charmont, Sandor Zsoter.

László Nemes, regista ungherese al suo esordio, prova a rispondere prendendosi il rischio e la responsabilità formale e morale attraverso un film che sceglie il 4:3 come luogo di composizione e di “ricomposizione” di un corpo. Perché al centro di “Son of Saul” c'è il cadavere di un ragazzino che un padre vuole sottrarre alla voracità dei forni crematori, un corpo morto tra milioni di corpi morti che Nemes lascia sullo sfondo sfocato e infuocato dalla furia nazista. Le proporzioni del formato, che limitano lo sguardo e fugano la spettacolarità delle immagini, rimarcano il punto di vista del protagonista. Ma Saul è anche il bersaglio per il fucile delle SS e per la macchina da presa. Sulla giacca che indossa è verniciata una ics rossa che lo rende immediatamente distinguibile e vulnerabile dentro l'inferno della soluzione finale. A un passo dalla rivolta armata messa in atto dai sonderkommando ad Auschwitz nel 1944, la macchina da presa converge sullo sguardo di Saul che ha scelto un'altra forma di resistenza: preservare l'integrità e la sacralità del corpo di suo figlio.

Premi:
Vincitore di 48 premi internazionali più 38 nomination, tra i quali il Premio Oscar come Miglior film straniero, il Golden Globe come Miglior film straniero, il Gran premio della Giuria e il Premio FIPRESCI al Festival di Cannes.

Locandina del film immagine tratta dal film
Così la critica:
Maurizio Acerbi (La Repubblica)
“Il figlio di Saul” è una vera meraviglia come, purtroppo, capita ormai sempre più di rado di vedere. Un film di una bellezza maledetta, diretto da un regista esordiente, l’ungherese Laszlo Nemes, un nome da tenere bene in mente per il futuro (...). Questo è grande cinema. Perdere questo film, sarebbe un delitto.

Fulvia Caprara, (La Stampa)
Inquadrato di spalle, anzi di nuca, per buona parte del film, il protagonista del “Figlio di Saul” (...) ha una faccia qualunque che sa diventare straordinaria, un'espressione muta che dice tutto, un corpo fragile che acquista potenza grazie alla forza della volontà (...). L'interprete necessario di un esordio eccezionale, in cui la forma si fa contenuto e viceversa. Una performance miracolosa, di quelle che il cinema regala di rado.

LÁSZLÓ NEMES Budapest
(Ungheria), 18 febbraio 1977

Regista e sceneggiatore ungherese, figlio del regista cinematografico e teatrale Andras Jeles. Trasferitosi a Parigi con la famiglia all’età di 12 anni, mostra un precoce interesse per il cinema iniziando a realizzare horror amatoriali ambientati nella cantina di casa. Dopo aver studiato Storia, Relazioni Internazionali e Sceneggiatura, comincia a lavorare come assistente alla regia in Francia e in Ungheria e nel 2006 dirige il corto‘With a Little Patience’. Si sposta quindi prima a New York per studiare alla Tisch School of the Arts della NYU e poi a Gerusalemme (International Film Lab) e in Italia (TorinoFilmLab). ‘Il figlio di Saul’ rappresenta il suo esordio nel lungometraggio.
Foto del regista
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