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Lunedì 12 Dicembre Ore 16:15 - 20:15 - 22:30
BELLA E PERDUTA
Bella e perduta

(Italia, 2015) di Pietro Marcello – dur. 87’
con Sergio Vitolo, Gesuino Pittalis, Tommaso Cestrone, Elio Germano.

Tommaso Cestrone era un pastore che si era messo in testa di salvare un gioiello settecentesco di architettura, la Reggia di Carditello, nel casertano. Morto di infarto nella notte di Natale del 2013, non ha fatto in tempo a vedere realizzato il suo sogno, ma dalla sua storia il regista è partito per realizzare una fiaba moderna in cui, dopo la morte di Cestrone, Pulcinella deve condurre al sicuro uno dei suoi bufali, altrimenti destinato a morte certa. La voce del bufalo Sarchiapone è di Elio Germano.

Premi:
Vincitore di 5 premi internazionali più 6 nomination, tra i quali 1 Nastro d’argento (Miglior Docufilm).

Locandina del film immagine tratta dal film
Così la critica:
Emiliano Morreale (L’Espresso)
“Bella e perduta” è un canto bellissimo sull’Italia, un’Italia che è innanzitutto il Sud, un viaggio nel tempo alla ricerca dell’utopia. Un film disperato , ma anche edificante: sulla ferocia, la grazia, il paesaggio, i morti. Sulla bellezza, appunto, e sulla perdita. Ha la forza del grande poema civile, della fiaba, del cunto, libero dalla narrazione tradizionale (straordinari il montaggio di Sara Fgaier e il lavoro sul sonoro). E si nutre di un amore fisico per il cinema, né cinico né narcisista, intriso di malinconia: il film è girato quasi tutto in pellicola, spesso vecchi stock scaduti. Pietro Marcello osa e, con la sua accorta naiveté, si inventa una maniera nuova di parlare del presente, quella dei grandi anarchici e dei savi folli, sprofondato nelle cose del mondo, che allo stesso tempo sono viste come dalla Luna.... Di film così, e non solo in Italia, oggi davvero non ce ne sono tanti.

Emanuele Sacchi ( MYmovies)
Oltre il documentario e oltre la fiction, come un alchimista anti-narrativo, che della commistione di elementi eterogenei o ossimorici ha fatto cifra stilistica. Guidato dall’intensità lirica di una egloga fuori dal tempo, Pietro Marcello sceglie una vicenda particolare - la sorte del bufalo destinato, in quanto maschio, al macello - per raccontare il divario sempre più drammatico che separa l’Italia dagli italiani. Individuando nella natia terra dei fuochi il luogo di elezione per osservare zenit e nadir del Belpaese: la camorra, la brutalità dell’ignoranza e il disprezzo per il passato da un lato, lo splendore dei paesaggi e gli slanci individuali di ingegno umano dall’altra.

PIETRO MARCELLO
Caserta, 2 luglio 1976

"Non ho avuto grosse esperienze nel cinema, la mia unica scuola sono stati i tanti film che ho visto. Il cinema è stato la fuga dalle bruttezze del quotidiano, è stata l'illusione di vedere in modo diverso il mondo e di guardare oltre" (intervista a Film DOC). Studia pittura all’Accademia di Belle Arti, fa esperienza come assistente alla regia, insegna in carcere nell’ambito del video partecipato, realizza il radiodocumentario‘Il tempo dei magliari’per Radio3 (2002) e dal 2003 firma cortometraggi e documentari premiati ovunque (‘Carta e Scampia’, ‘Il cantiere’, ‘La baracca’). Nel 2007 firma "il poema notturno" ‘Il passaggio della linea’ (premio Pasinetti a Venezia), un film girato in digitale che si caratterizza come un inconsueto omaggio ai treni della notte e ai viaggiatori che li popolano. ‘La bocca del lupo’ (2009) conquista il festival di Torino. È la storia d’amore tra due uomini che si incontrano in carcere, si amano e si ritrovano dopo trent’anni nei malinconici vicoli di Genova: "Un'opera spuria e scomoda, intrisa di attualità e denuncia di marginalità ed emarginazione" (D'Aloja, SC). Nel 2010 partecipa al progetto‘Napoli 24’(in cui ciascuno dei 24 registi ha a disposizione 3 minuti per gettare il suo sguardo sul capoluogo campano) e negli anni successivi gira alcuni episodi per film collettivi, ricorrendo a filmati di repertorio.‘Bella e perduta’è il suo quarto lungometraggio.
Foto del regista
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