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Lunedì 31 Marzo Registi europei
DOPO IL MATRIMONIO
(Efter brylluppet) di Susanne Bier - dur. 120', Danimarca - Svezia 2006
Con Mads Mikkelsen, Rolf Lassgard, Sisde Babett
Jacob, che ha un passato da sbandato, è un danese che ha dissipato la propria vita prima di scoprire di poterla dedicare ai bambini dell’India. Quando un industriale gli chiede di tornare a Copenaghen per discutere i dettagli di una donazione, l’invito si rivelerà una trappola che farà riemergere un passato che Jacob credeva di essersi lasciato alle spalle.

Vincitore di 7 premi internazionali (+16 nominations), tra cui:
· Premio Oscar 2007: Miglior film straniero (nomination)
GUARDA IL TRAILER
Così la critica:
Aldo Fittante (Film TV):
Si può parlare di fame nel mondo, di capitalismo occidentale che sfrutta i paesi sottosviluppati, di volontariato, di tradimenti e di cancro, senza mostrare la fame nel mondo, i tradimenti, il cancro. Si possono lanciare pure dei messaggi, ma senza proclami e dimostrazioni, senza slogan e senza pietismi. E’ lo sguardo nitido, lucido, consapevole, maturo, onesto di Susanne Bier, giustamente ritenuta oggi una delle autrici nordeuropee di maggior talento. Ciò che piace è il suo rispetto nei confronti degli spettatori, chiamati direttamente in causa, posti attivamente dinanzi a una storia che vuole solo suggerire, depistare sui dettagli (una lacrima, un anello, un primo piano sugli occhi…)
Roberto Lasagna (Segnocinema):
Susanne Bier, nel portare in scena gli elementi melodrammatici di “Dopo il matrimonio” dimostra di avere messo a punto un modello narrativo già proposto con maggiori cedimenti nel precedente “Non desiderare la donna d’altri”. Ebbene, il suo ultimo film sembra trovare nei suoi momenti migliori, il giusto equilibrio emotivo e formale, disegnando con precisione un legame tra la vicenda dei personaggi e gli ambienti in cui si muovono, senza che la loro collocazione nel mondo sembri il risultato di una scelta pretestuosa e senza che il superamento dei conflitti venga risolto con soluzioni di comodo. Come già per “Non desiderare la donna d’altri” la regista parte dal presupposto di avvicinarsi a dolorose vicende private, con l’intento di metterle a confronto con altri disagi e sofferenze, quelle patite dal sud del mondo.
BIER Susanne - Copenhagen, Danimarca, 1960)
Studia Arte e Design a Gerusalemme e Architettura a Londra. Si iscrive quindi al programma di regia della National Film School of Denmark, diplomandosi nel 1987. Il suo saggio di diploma, ‘De Saliges’ (1987), vince il primo premio al Munich Film School Festival. Comincia da questo momento una carriera di regista che la vede impegnata in lungometraggi, cortometraggi, video musicali e spot commerciali. La sua filmografia comprende ‘Freud Leaving Home’ (1990), ‘Family Matters’ (1993), 'Pensionat Oskar’ (1995, Critics’ Award al Festival di Montreal), ‘Den Eneste Ene’ (1999, vincitore di numerosi Danish film awards e visto dalla metà della popolazione danese), ‘Once in a Lifetime’ (2000), 'Elsker dig for evigt’ (2002, diretto con tutte le regole del movimento Dogma), ‘Non desiderare la donna d’altri’ (2004, l’ennesimo successo di pubblico in patria e Audience Award al Sundance FF).
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