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Mercoled' 1 Aprile in collaborazione con il DAMS (due proiezioni 16.15 – 21.15)
LO SPACCONE
(USA, 1961) di Robert Rossen - dur. 135'
con Paul Newman, Piper Laurie, Jackie Gleason, George G. Scott.

Ha la stoffa del campione ed è nato per battersi. Per Eddie Felson (Paul Newman) non c'è niente che valga più di una partita di biliardo, neanche la vita della donna che ama. Il sogno di tutta la sua vita? Battere Minnesota Fats (Jackie Gleason), per essere il più grande. Una delle più importanti interpretazioni del grande attore da poco scomparso.

Premi:
Vincitore di 14 premi internazionali (+13 nominations), tra cui:
Premio Oscar 1962: Miglior fotografia in b/n, Miglior scenografia per film in b/n, nom. Miglior film, nom. Miglior regia, nom. Miglior attore (Newman), nom. Miglior attrice (Laurie), nom. Miglior attore non pro. (Scott, Gleason), Miglior sceneggiatura non or.
Golden Globe 1962: nom. Miglior attore dram. (Newman), Miglior attore non pro. (Scott, Gleason)


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Così la critica:
Ferdinando Di Giammatteo:
Metafora della vita come azzardo e saggio psicologico sul demone del gioco. Lo spaccone è un melodramma antiromantico, un film nero in stile anni ’50, una nuova variazione sul tema del desiderio di ricchezza e di potenza. Robert Rossen intreccia lo studio dei caratteri alla pittura ambientale, presentando, nei modi tipici del romanzo nero alla Chandler, il mondo violento dei bassifondi americani. Rivisitazione in chiave moderna del mito di Faust, viaggio in un inferno metropolitano dal quale è bandita la speranza, è un altro esempio di realismo sociale che ricorre talvolta ad immagini visionarie e simboliche. Da segnalare l’interpretazione nevrotica di P. Newman nei panni del protagonista, accanto a un J. Gleason al meglio in quelli di Minnesota Fats. La contrastata fotografia in bianco e nero del vecchio e glorioso E. Schufftan ottenne L’Oscar.

ROSSEN Robert - New York (USA), 1908
Nato il 16 marzo 1908 a New York e morto il 18 febbraio 1966 a Los Angeles, iniziò la carriera a Broadway, come regista teatrale, prima di dedicarsi al cinema come soggettista e sceneggiatore. Lavorò a Il lupo dei mari (1941), Salerno ora x (1945), Lo strano amore di Marta Ivers (1946). Nel 1947 passò alla regia con Anima e corpo, scritto da A .Polonsky e interpretato da J. Garfield, dimostrando la sua predilezione per i soggetti di argomento sociale. Vinse l’Oscar col violento film politico Tutti gli uomini del re (1949) sulla corruzione politica nel sud degli Stati Uniti. Costretto a lasciare il paese a causa del "maccartismo", lavorò in Europa a progetti ambiziosi ma dal risultato modesto. Convincente e ispirato si dimostrò invece Lo spaccone (1961).
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