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Lunedì 9 Novembre Ore 16:15 - 20:15 - 22:30
SARÀ IL MIO TIPO? E ALTRI DISCORSI SULL’AMORE
Pas son genre

(Francia/Belgio, 2014) di Lucas Belvaux – dur.111’
con Emile Dequenne, Loic Corbery, Sandra Nkaké, Charlotte Talpaert, Anne Coesens, Daniela Bisconti.

Clément è un professore francese di filosofia, bello, colto, snob. E soprattutto uno che non vuole legami duraturi per paura di impegnarsi. Jennifer è una shampista allegra e solare, che legge romanzi d’amore e va pazza per le canzoni sdolcinate. È la scoperta di un’umanità popolare da parte di un algido intellettuale che, un po’ per curiosità e un po’ per noia, inizia con lei una relazione.

Premi:
Vincitore di 3 premi internazionali (più 11 nomination).

Locandina del film immagine tratta dal film
Così la critica:
Emiliano Morreale (L’Espresso)
Come idea di fondo, non siamo lontani da un Pigmalione al contrario o “dalla provincia che scalda il cuore” di mille commedie americane, francesi, italiane... Ma nel raccontare le differenze di classe i francesi hanno spesso un occhio particolarmente sensibile (si pensi solo a quel saggio di realismo sociale millimetrico che è stato, di recente, su tutt’altro piano, “La vie d’Adéle” di Kechiche). E anche sul terreno della commedia sentimentale l’ossequio alle leggi del genere si unisce ad una certa finezza nell’analisi dei costumi. I dialoghi e le situazioni descrivono i personaggi senza essere didascalici; l’umorismo è lieve, raggelato, malinconico, il tono dolceamaro riesce a non essere troppo consolatorio, scendendo verso il finale. E anzi, quando si sfiora il mélo, arrivano un paio di affondi che sorprendono, perfino con l’ormai quasi inutilizzabile “I Will Survive” di Gloria Gaynor.

Roy Menarini (Segnocinema)
Che lui la porti a letto non è di per sé sorprendente, lo è che la storia fra un insoddisfatto intellettuale e una ragazza semplice e incolta continui. Sorprendente però è anche il film di Lucas Belveaux, regista molto fine e meno prevedibile di quanto si creda, che parte dalla fiaba per tornare con i piedi ben posati a terra, un po’ il contrario di quello che avviene di solito. e proprio il confronto fra i due, con l’impossibilità di rendersi felici se si vivono sovrastrutture culturali, è il lato vincente della commedia, ferita a sangue da un titolo italiano sciocchissimo.

LUCAS BELVAUX - Namur (Belgio), 1961
“I miei film sono legati a un territorio, a una geografia. Il luogo struttura il film, per questo ho sempre bisogno di conoscere le città, prima ancora di iniziare a scrivere la sceneggiatura” [Belvaux].
Lavora nel cinema dal 1982 come attore e dal 1992 come regista. Dopo l’esordio passato inosservato (‘Parfois trop d'amour’) sorprende la critica con ‘Per scherzo!’ (1996), con Jean-Pierre Léaud nella parte di un uomo tradito dalla moglie che decide di adeguarsi e di stravolgere la vita dei due amanti. Nel 2002 realizza ‘La Trilogie’, tre lungometraggi a palese indirizzo televisivo collegati tra loro dai medesimi personaggi e intrecci di storie che appartengono a generi differenti. Nessuno dei film successivi (‘La raison du plus faible’, ‘Les predateurs’, ‘Rapt’) trova una distribuzione in Italia. Come non la trova l’originale thriller ‘38 testimoni’, nonostante vinca il premio della Giuria al NoirFilmFest di Courmayeur. Dopo sei film noir, Belvaux con ‘Sarà il mio tipo?’ (2014) torna al registro più lieve dei suoi primi film.
Foto del regista
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