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Lunedì 11 Aprile - RETROSPETTIVA - Ore 16:15 - 20:15 - 22.:30
I PUGNI IN TASCA
I pugni in tasca

(Italia, 1965) di Marco Bellocchio – dur.107’
con Lou Castel, Paola Pitagora, Marino Masè, Pier Luigi Troglio.
In una villa decrepita dell’Appennino piacentino vive una famiglia “tarata”, composta dalla madre cieca, dall’epilettico Ale, dal ritardato Leone, dalla nevrotica Giulia. L’unico sano è il fratello maggiore Augusto. La tragedia regna sovrana.

RETROSPETTIVA: “Grandi film italiani restaurati”

Premi:
Vincitore di un Nastro d’Argento come Miglior soggetto e una Vela d'Argento al Festival di Locarno.

Locandina del film immagine tratta dal film
Così la critica:
Fernaldo Di Giammatteo (Dizionario dei capolavori del cinema)
Esasperato dramma psicologico e insieme grottesco epitaffio dell’istituzione familiare, il film impose, grazie alla sua carica poetica e alla sua violenza blasfema, il giovane Bellocchio all’attenzione internazionale. La scelta di un caso volutamente estremo (tare ereditarie, incesti, delitti) non sminuisce il valore emblematico della vicenda e non attenua (anzi) la denuncia degli sfatti valori borghesi. Ottimamente delineato da Lou Castel il carattere sconcertante del protagonista. Il film contiene tutto l’estremismo dell’opera prima.

Paolo Mereghetti (Dizionario dei film)
Opera prima dissacrante ed estremista che impose Bellocchio all’attenzione internazionale. La dissoluzione della famiglia borghese viene attuata con una ferocia sgradevole e poetica insieme che trova nel grottesco i suoi spunti migliori e nello sconvolgente Castel il suo interprete ideale. All’epoca lasciò a brandelli l’immaginario cinematografico collettivo, oggi non lascia indifferente nemmeno chi ha acquisito un non comune senso dell’orrore.

MARCO BELLOCCHIO – Bobbio (Piacenza, Italia), 1939
“Uno dei registi più anticonformisti della storia del cinema italiano. Coraggioso, puntuale, deciso, ha saputo portare avanti le sue idee laiche, difendendole con la forza espressiva dell’arte, entrando nella complessità degli argomenti, dalla politica sessantottina alle conseguenze drammatiche degli anni di piombo, dalla follia dei manicomi all'incapacità di amare delle persone comuni” (Dose, MyMovies).
Bellocchio è regista “di temi cruciali (la famiglia, la religione, la follia) che hanno fatto di lui il migliore narratore delle pulsioni profonde della società italiana; un regista di rara intelligenza e sensibilità che non si è mai arreso alla stanchezza, allo scoraggiamento o alla facilità” (Tornabuoni, La Stampa). Filmografia essenziale: ‘I pugni in tasca’ (1965), ‘La Cina è vicina’ (1967), ‘Nel nome del padre’ (1972), ‘Sbatti il mostro in prima pagina’ (1972), ‘Marcia trionfale’ (1976), ‘Salto nel vuoto’ (1980), ‘Gli occhi, la bocca’ (1982), ‘Enrico IV’ (1984), ‘Diavolo in corpo’ (1986), ‘La visione del sabba’ (1988), ‘La condanna’ (1991), ‘Il sogno della farfalla’ (1994), ‘Il principe di Homburg’ (1996), ‘La balia’ (1999), ‘L'ora di religione’ (2002), ‘Buongiorno, notte’ (2003), ‘Il regista di matrimoni’ (2006), ‘Sorelle’ (2006), ‘Vincere’ (2009), ‘Bella addormentata’ (2012), ‘Sangue del mio sangue’ (2015).
Foto del regista
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