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Lunedì 9 marzo Ore 16:15 - 20:15 - 22:30
STILL LIFE
(Regno Unito/Italia, 2013) di Uberto Pasolini - dur 87'
Con Eddie Marsan, Joanne Froggatt, Karen Drury, Andrew Buchan, Ciaran McIntyre
John May è un funzionario comunale dedicato alla ricerca dei parenti di persone morte in solitudine. Diligente e sensibile, John scrive discorsi celebrativi, seleziona la musica appropriata all'orientamento religioso del defunto, presenzia ai funerali e raccoglie le fotografie di uomini e donne che non hanno più nessuno che li pianga e ricordi. La sua vita ordinata e tranquilla, costruita intorno a un lavoro che ama e svolge con devozione, riceve una battuta d'arresto per il ridimensionamento del suo ufficio…

Premi:
Vincitore di 16 premi internazionali (più 4 nomination) tra cui il Premio FICE (Federazione Italiana Cinema d'Essai) per il Regista europeo, il Globo d'oro per la Fotografia e 4 premi al Festival di Venezia (Premio CICAE, Premio Pasinetti al Miglior Film, Premio Civitas Vitae prossima e la Miglior regia della Sezione Orizzonti).

Così la critica:
Fabio Ferzetti (Il Messaggero)
L’eroe del secondo film di Uberto Pasolini sembra uscito da un libro a fumetti o da una canzone, tanto è ben disegnato dall'attore e da una regia essenziale e calibratissima. Invece è frutto di osservazione diretta oltre che di invenzione poetica. E poetico, in certo modo, è il suo lavoro. (…) Questo film emozionante, in nulla funereo malgrado il tema, capace di portarci con pazienza, curiosità, rispetto, dentro solitudini che non sono mai assolute ma contengono sempre mondi nascosti. E pronti a essere scoperti da uno sguardo attento.

Alessandra Levantesi Kezich (La Stampa)
Still Life significa “natura morta”, tuttavia la parola “vita” contenuta nell'espressione inglese suggerisce meglio il senso del film di Uberto Pasolini, ottimo produttore che si rivela altrettanto fine e sensibile cineasta. Di May, consapevole dell’importanza dell’uscita di scena dalla commedia della vita, Pasolini fa un personaggio stilizzato, straniato immerso in un mondo di grigi, ma dagli occhi del bravo Eddie Marsan trapela un profondo sentimento umano

Massimo Bertarelli (Il Giornale)
Un piccolo capolavoro. Targato GB, ma scritto, diretto e prodotto dal romano Uberto Pasolini. (…) Un film struggente con un magico protagonista, Eddie Marsan, una faccia qualunque, per giunta tendente al brutto.

UBERTO PASOLINI - Roma, 1957
Nipote di Luchino Visconti, Uberto Pasolini comincia a lavorare nel cinema nel 1983, prima come runner in Thailandia per “Le urla del silenzio” (“The Killing Fields”), poi come produttore indipendente nel 1994, quando fonda la Redwave Films. Tra i film da lui prodotti, da ricordare almeno “The Full Monty”, che resta a tutt'oggi il maggior successo commerciale inglese - basato su materiale originale - di tutti i tempi. Nel 2008 esordisce dietro la mdp con “Machan”, in cui un gruppo di abitanti di uno slum di Colombo, Sri Lanka, costretti ai margini della società, decidono che un invito a partecipare ad un torneo di pallamano in Baviera rappresenta un biglietto di sola andata per l’Occidente e l’unico modo per risolvere i loro problemi. Un tema forte (l'immigrazione, il disfacimento delle famiglie) trattato con ritmi da commedia: «un puzzle di storie vere anche divertenti, con molti fattori umani trattati con pudica leggerezza» (Porro, CdSera). Con “Still Life” (suo secondo lungometraggio) ottiene il Premio per la migliore regia nella sezione Orizzonti alla Mostra del Cinema di Venezia.
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