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Lunedì 1 Dicembre Ore 16:15 - 20:15 - 22:30
SONG'E NAPULE
(Italia, 2013) di Marco Manetti, Antonio Manetti – dur. 114’
Con Alessandro Roja, Giampaolo Morelli, Serena Rossi, Paolo Sassanelli, Carlo Buccirosso
Il timido Paolo, diplomato al conservatorio, entra in Polizia dove viene relegato a svolgere pratiche burocratiche. Il commissario Cammarota che da anni dà la caccia al boss della camorra Ciro Serracane, gli ordina di infiltrarsi nella band che canterà a un matrimonio a cui forse parteciperà il pericoloso ricercato.

Premi:
Vincitore di 10 premi internazionali (più 6 nomination) tra cui Miglior Musica e Miglior Canzone ai David di Donatello, Premio FICE (Federazione Italiana Cinema d'Essai) per la Miglior Regia, Globo d'Oro per la Miglior Colonna sonora e 4 Nastri d'Argento (Miglior Commedia, Attore non protagonista, Colonna sonora, Canzone).

Così la critica:
Chiara Bruno (FilmTV)
Autori di un cinema che porta il loro indiscutibile marchio di fabbrica, capaci di rinnovarsi senza tradirsi nonché di spiazzare (e fidelizzare) il pubblico tv afferrando l’ossimorico divertimento intelligente, mirano con orgoglio all’intrattenimento popolare e firmano il loro capodopera a oggi. (…) “Song’e Papule” è satira esilarante di corruzione & raccomandazione, esorcismo affettuoso dei tempi che corrono e corsa ritmicamente infallibile tra i generi.

Marzia Gandolfi (MyMovies)
Ancora una volta lo spunto narrativo dei Manetti Bros è folgorante e prende corpo dall'esperienza dei propri attori. (…) Ma non si esauriscono nel cast i meriti di “Song'e Napule”, che umilia la camorra e ammira la polizia proprio come in un poliziottesco italiano degli anni Settanta. (…) Ammiccando al genere i fratelli romani finiscono per praticarlo e praticare le sue dinamiche con ironia, la stessa con cui frequentano da anni la dimensione parallela del cinema, quella di efficaci pellicole di serie B con cui hanno saputo convogliare gli umori e la paura del Paese. Aggiornando il poliziesco all'attuale condizione socio-culturale, i Manetti firmano una sceneggiatura esilarante che precipitano in una Napoli governata dalla malavita, refrattaria alla raccolta differenziata e soggiogata dal neomelodico e dal suo (in)credibile rappresentante, Lollo Love. (…) Allo stesso modo il film dei Manetti recupera la flagranza del cinema artigianale, reclama un cinema della materia e divulga il genere, fregandosene delle griglie estetiche dominanti e approfondendo comportamenti collettivi (e localistici) che non ci pensano proprio a stare al loro posto, sognando una serata su Rai Uno. Concludendo, la polizia ringrazia e i neomelodici pure. (MyMovies)

MARCO E ANTONIO MANETTI – Roma, 1968 e 1970
«La filmografia dei Manetti Bros. è un continuo gioco di rimandi che hanno permesso loro di raggiungere una maturità artistica invidiabile. Amanti delle sfide, credenti - fino al limite - nel buon cinema italiano, hanno saputo donare al pubblico pellicole altamente claustrofobiche, dinamiche, moderne e straordinarie, giocando con una realtà internazionale, denotata da una forte cultura pop, più che italiana. E a dimostrazione della loro determinazione, ogni qualvolta hanno commesso qualche errore, hanno imparato e riparato allo sbaglio. Grandi cineasti che sanno veramente sorprendere il pubblico, se solo il pubblico gettasse un po' di più gli occhi su di loro, ovviamente» (Secchi Frau). Dopo aver studiato sceneggiatura, curano spettacoli teatrali, dirigono videoclip musicali, lavorano come montatori per la televisione e come assistenti alla regia per il cinema. L’esordio registico avviene nel 1997 con “Torino Boys”, storia di un gruppo di tifosi nigeriani del Torino che viaggiano a Roma per assistere a una partita di Coppa Uefa. Il film passa inosservato e non viene distribuito. A differenza di “Zora la vampira” (2000, rivisitazione italiana della storia di Dracula): «Caotico, ma ricco di trovate; sgangherato, ma graffiante contro l’omologazione TV e il buonismo diffuso; discontinuo, ma anarchico con lucida generosità» (Morandini). Nel 2005 passano ad atmosfere più nere in «Piano 17», un thriller su un gruppo di rapinatori apprezzato dalla critica, ma non dal pubblico. «L'arrivo di Wang» (2011) è invece una felice esperienza nel genere fantascientifico con un alieno che parla cinese imprigionato in uno scantinato romano. Nel 2012 firmano l’horror «Paura 3D», in cui tre ragazzotti penetrano nella villa di un marchese disturbato nel sesso che tiene in cantina un ostaggio incatenato.
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