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Lunedì 24 gennaio Ore 16:15 - 21:00
A CHIARA

(Italia, 2021) di Jonas Carpignano - dur. 121’
Con Swamy Rotolo, Claudio Rotolo, Grecia Rotolo, Giuseppina Palumbo, Giorgia Rotolo.
La È il 18esimo compleanno di Giulia, figlia maggiore di una famiglia di Gioia Tauro. Sua sorella Chiara di anni ne ha 15 ed è nella fase della vita in cui comincia a porsi molte domande. Quando però suo padre Claudio sfugge alle forze dell'ordine le domande che Chiara pone alla sua famiglia diventano scomode. Ma Chiara non sa stare zitta e non smette di cercare risposte, soprattutto da quel padre cui è profondamente legata e che ha appena rivelato un lato di sé a lei completamente sconosciuto.

Locandina del film immagine tratta dal film
Così la critica:
Roberto Nepoti (La Repubblica)
Rigore e linguaggio personale contraddistinguono (e non è poco, nel cinema odierno) i film di Jonas Carpignano, che con A Chiara torna a Gioia Tauro per chiudere la trilogia iniziata da Mediterranea e passata per il premiato A Ciambra . Nel piccolo centro calabrese, ostaggio della criminalità e del declino economico, i ragazzi conducono un' esistenza simile a quella di tutti gli altri. Così sembra significare la lunga sequenza d' apertura: una festa per il diciottesimo compleanno di Giulia cui partecipano le sorelle minori, Chiara e Giorgia, assieme a tanti amici e parenti. Però la normalità si rivela illusoria quando il padre delle ragazzine si dà alla latitanza, ricercato dai carabinieri. Decisa a sapere la verità, Chiara s' inoltra in un mondo underground di rifugi sotterranei e di malavita, mentre la storia si fa sempre più cupa. Diversamente da troppi film italiani degli ultimi anni, A Chiara non vuol essere un romanzo criminale: Claudio, il padre, fa parte della manovalanza della 'ndrangheta e giustifica il suo sporco lavoro di spacciatore col bisogno economico. Assumendo da subito il punto di vista di Chiara, adolescente ribelle e vulnerabile, Carpignano immerge lo spettatore in un' atmosfera empatica: tiene la macchina da presa addosso ai personaggi e percorre gli spazi in lunghe semi-soggettive basate sulla profondità di campo. Balzano in mente varie analogie, dal cinema- verità di John Cassavetes ai Dardenne e Kechiche; incluso il neorealismo, per il ricorso ad attori non professionisti come l' intensa Swamy Rotolo e la sua (autentica) famiglia. Però rielaborate da Carpignano in uno stile tutto suo..


Chiara Borroni (Cineforum)
Jonas Carpignano è ormai talmente affezionato a quei luoghi e a quei volti che racconta da esserne diventato parte. Con A Chiara torna nella Gioia Tauro di A Ciambra quattro anni dopo per raccontare dall'interno, questa volta, una famiglia di affiliati a una delle 'ndrine di zona. Una sorta di ampliamento dello sguardo portato sulla medesima realtà in cui gli stessi rom entrano in scena come controcanto rispetto alla vita di Chiara, delle sue amiche e della sua famiglia. Questo rappresenta proprio Pio Amato che compare come esplicito richiamo al film precedente, come a sottolineare quella dualità solo apparentemente contrapposta. [...].
JONAS CARPIGNANO
New York, 16 gennaio 1984

“Mi sento italiano, ma la mia formazione è americana. Avrei potuto lavorare in America, ma ho scelto di venire qui perché mi sento molto vicino al cinema italiano. Mio nonno era un regista di Carosello e mi ha fatto crescere con il neorealismo, ho visto i film di Visconti quando avevo otto anni; quindi quando è arrivato il momento di realizzare la mia opera prima ho capito che per me non c'era altra scelta. Mi sento molto più a mio agio in questo paese anche se sono cresciuto in America nei multiplex tra i blockbuster e Robert Altman”.
“Scrivo solo scene che ho già visto, i protagonisti dicono e fanno cose che hanno già detto. Vedo una cosa e la metto nel film, cerco sempre di inserire dentro la storia i dettagli della vita”.
Nato a NYC da padre italiano e madre originaria delle Barbados, studia alla Wesleyan University e in seguito frequenta i corsi di cinema della New York University. I suoi corti (tra cui il premiatissimo ‘A Chjana’) gli valgono l’inserimento nel 2012 nell’elenco delle 25 promesse del cinema indipendente americano stilato dalla rivista Filmmaker Magazine.
Con il suo primo film, ‘Mediterranea’ (2015) vince il Gotham Independent Film Awards come regista rivelazione e il National Board of Review Awards come miglior regista esordiente.
‘A ciambra’ è il suo secondo lungometraggio.
Foto del regista
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