FORUM
Cineforum>2021-2022> Sorry we missed you ||Stagioni precedenti
Lunedì 21 Marzo Ore 16:15 - 21:00
SORRY WE MISSED YOU

(Gran Bretagna, Francia, Belgio, 2019) di Ken Loach – dur. 100’
Con Kris Hitchen, Ricky Turner, Debbie Honeywood, Abbie Turner, Rhys Stone, Katie Proctor
Dopo il successo di Io, Daniel Blake, il regista torna dietro la macchina da presa per raccontare lo sfruttamento del lavoro nel Regno Unito.

Locandina del film immagine tratta dal film
Così la critica:
Alessandra De Luca (Ciak)
Per guadagnarsi da vivere dopo un licenziamento, Ricky, marito di Abby (che assiste a domicilio anziani malati e disabili), padre dell'undicenne Liza e dell'adolescente Sebastian, lavora a Newcastle come corriere, teoricamente in proprio, di fatto per un franchise che sfrutta gli impiegati interinali come schiavi. La nuova opportunità di guadagno si trasforma presto in un vero e proprio incubo. I cambiamenti nel mondo del lavoro, le sue drammatiche ripercussioni sulla famiglia e i rapporti personali sono al centro del nuovo film di Loach, presentato in competizione a Cannes. [...]

Cristina Piccino (Il Manifesto)
Sorry We Missed You è il messaggio che i corrieri lasciano quando arrivano, suonano e non c'è nessuno: «Ci spiace, non ti abbiamo trovato» - o meglio «Ti abbiamo mancato» quasi che il destinatario della consegna fosse un target, un bersaglio, lo score di quella gara a cui sono costretti infinite volte al giorno nell'era del commercio digitale coloro che arrivano alla sua porta. Sono anonimi, come i riders che portano la pizza o le cene indiane e giapponesi sfrecciando a velocità folle sulle bici, una sfida mortale, per accumulare corse, perciò guadagno ma soprattutto «punteggio»: essere in alto, tra i primi sulle tabelle di marcia, non «bucare» il planning a costo di ammazzarsi. [...]

Federico Pontiggia (Cinematografo.it)
(…) Loach ancora in team con il fedele Paul Laverty alla scrittura pensa onesto e gira sincero, con una passione civile e una vis politica senza eguali, ma al netto dell’empatia di Abby, della purezza contagiosa di Kiza – Katie Proctor è un miracolo – si sente la grana del saggio, l’architettura a tesi, e tesi giusta: manca, se non a tratti, l’emozione gratuita e non funzionale allo stigma, ancor più, manca il sol dell’avvenire, ovvero il riscatto equo e solidale.
KEN LOACH
Nuneaton (Inghilterra, UK), 17 giugno 1936

Politicamente impegnato, Loach è uno dei più graffianti registi contemporanei. Il suo è "Cinema di non-eroi, di gente comune sorpresa dai gesti quotidiani, di resistenza per l'affermazione del diritto alla vita" (Barbera, Cineforum, 1994). "L'impegno e la funzione sociale che i suoi film svolgono deriva tutta dall'attacco alla struttura e all'ideologia della società borghese-capitalistica che opprime chiunque sia da essa sfruttato, in particolar modo emigrati e disoccupati desiderosi di un senso di giustizia e di un ideale coerente alla loro dignità di lavoratori e di uomini. Tutti i personaggi tratteggiati da Loach, nessuno escluso, sono carichi di tensione, di determinazione, di un riscatto che a volte avviene e a volte no, ma sempre e comunque dotati di una grandissima forza d'animo e di carattere che ne fanno degli individui attenti e responsabili verso gli altri, in netta contrapposizione con un mondo che diventa ogni giorno più egoista e indifferente" (Secchi, MyMovies).‘Io, Daniel Blake’è il 25° lungometraggio di Loach.
Foto del regista
TORNA SU