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Lunedì 28 Marzo Ore 16:15 - 21:00
IN GUERRA
En guerre
(Francia 2018) di Stephane Brizè – dur. 113’
Con Vincent Lindon, Mélanie Rover, Jacques Borderie, David Rey, Olivier Lemaire

Una multinazionale chiude in Francia una fabbrica, e gli operai scendono in lotta per non perdere tutto.

Premi:
Vincitore di 2 premi internazionali più altre 7 candidature; in concorso al Festival di Cannes.

Locandina del film immagine tratta dal film
Così la critica:
Giulio Sangiorgio (Film TV)
Una fabbrica che produce profitto, in una regione depressa. Una fabbrica che deve essere bloccata per “scarsa competitività” sul territorio globale. Soluzione? “Delocalizzare”, senza pronunciare l'inelegantissima parola. La guerra di Laurent (Vincent Lindon), rappresentante sindacale e combattente, passa da qui: come è possibile abbandonare 1.100 persone in nome dell’anaffettiva e astratta legge del mercato?

Giancarlo Zappoli (MyMovies)
Brizè conosce quel mondo in cui gli operai (che si vorrebbero scomparsi) invece esistono ancora ed hanno familiari a cui garantire che il loro lavoro (cioè i cosiddetti mezzi di sostentamento) ci sarà anche un domani. Sta loro accanto e ci impone di seguirli, trattativa dopo trattativa, riunione dopo riunione senza mai trasformare il suo lavoro in docufiction (anche se le riprese dei momenti più caldi potrebbero tranquillamente passare come realizzate dal vero). Li vediamo pretendere una sola cosa: il rispetto dei patti.

Emanuele Rauco (Cinematografo.it)
È davvero un film di guerra il nuovo di Stephane Brize´: il lavoro come campo di battaglia; gli operai come soldati che avanzano obiettivo dopo obiettivo verso la battaglia finale combattuta a suon di parole come colpi di fucile e decisioni istituzionali come bombe, con tanto di divisione del fronte interno.
STÉPHANE BRIZÉ
Rennes, (Francia), 1966

"I miei personaggi ci somigliano e si comportano come possono nella loro vita. Possono svegliarsi e non amare, possono soffrire con qualcuno e non riuscire a lasciarlo, possono riprodurre all’infinito lo stesso scenario conducendo ogni storia d’amore al fallimento, possono amare una persona pur desiderandone un’altra. Nulla di pessimista in tutto questo, è la realtà. Abbiamo semplicemente l’onestà di accettarla. E ciò che rappresento è a volte duro, a volte crudele ma a volte anche molto divertente" (S.Brizé). Completati gli studi in Elettronica, lavora come tecnico audiovisivo nel mondo della televisione e del cinema sperimentale, ma coltiva anche l’interesse per il teatro e frequentando a Parigi corsi dedicati alla messa in scena e alla recitazione. Con i suoi corti ('Bleu dommage', 'L’oeil qui Traîne') si fa notare dalla critica. Nel 1999 dirige 'Le Bleu des villes', il suo primo lungometraggio. Seguono il dramma sentimentale 'Je ne suis pas là pour etre aimé' (2005), grande successo di pubblico in Francia; 'Entre adultes' (2006), in cui 6 uomini e 6 donne si amano, si mentono, si ingannano, si tradiscono, si concedono fiducia e si lasciano; 'Mademoiselle Chambon '(2009), premiato ai César; 'Quelques heures de printemps' (2012). Il pubblico italiano lo conosce solo a partire da 'La loi du marché' (2015), film antispettacolare costruito intorno all'odissea di un operaio 50enne licenziato, alla ricerca di un nuovo impiego. Nel 2016 sorprende la critica con 'Une vie', storia di una ragazza incapace, nella Normandia di fine Ottocento, di adeguarsi ai compromessi dei tempi: “Un film che riconcilia col piacere della visione e dell'intelligenza” (Mereghetti). ‘In guerra’ è il suo ottavo lungometraggio.
Foto del regista
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