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Lunedì 04 Aprile Ore 16:15 - 21:00
SANTIAGO, ITALIA
(Italia 2018) di Nanni Moretti – dur. 80’
Documentario.

Il racconto dei primi mesi della spietata dittatura del criminale Augusto Pinochet, che pose fine al sogno democratico di Salvador Allende in Cile. Presso l'ambasciata italiana di Santiago molti oppositori politici verranno accolti e salvati grazie a trasporti verso l'Europa.

Premi:
Vincitore di 2 premi internazionali ossia 1 David di Donatello (Miglior documentario) e 1 Nastro d’Argento.

Locandina del film immagine tratta dal film
Così la critica:
Mauro Donzelli (ComingSoon)
Il primo merito di “Santiago, Italia” è di ritornare su vicende sicuramente conosciute, ma che è sempre bene ricordare, specie in un periodo in cui la democrazia viene data per assodata.

Lorenzo Rossi (Cineforum)
Moretti documenta il dolore di un popolo che ha visto sfiorire atrocemente il proprio sogno democratico, raccogliendo i ricordi dei testimoni di tutto quell’orrore e di tutta quella violenza. E affida ai suoi interlocutori la memoria legata alla solidarietà, all’impegno e all’accoglienza che l'Italia seppe dimostrare.

Roberto Manassero (Film TV)
Né giudice né prete. Piuttosto, all’epoca del golpe in Cile del 1973 raccontato in “Santiago, Italia”, testimone di un evento scioccante e oggi – a quasi cinquant’anni da quei fatti – regista che ascolta storie e scopre quelle tragiche e bellissime di chi allora si salvò grazie all’ambasciata italiana a Santiago. Nel suo documentario Nanni Moretti compare in campo una volta sola, quando uno degli intervistati, un ex militare condannato per omicidio e sequestro di persona, invoca un improbabile equilibrio di giudizio e accusa il suo interlocutore di non essere espressione né della giustizia, né della religione: Moretti ci mette come sempre la faccia e dichiarando la propria imparzialità afferma l’impossibilità di rileggere quella storia in chiave revisionista.
NANNI MORETTI
Brunico (Italia), 1953

"Ho iniziato tardi ad andare al cinema, verso i 15 anni. Tra i miei amici c'erano due partiti, quello di Antonioni e quello di Fellini. Io mi iscrissi al secondo. Fin dall'inizio mi sono venute naturali tre cose - ha dichiarato: stare dietro ma anche davanti alla macchina da presa, raccontare il mio ambiente, politico e generazionale, e farlo con autoironia. Ci ho preso gusto e mi sono divertito a costruire un personaggio: la passione per i dolci, una certa rissosità, le inquadrature delle scarpe, lo sport più praticato che visto". Nanni Moretti e il cineforum “No! Il dibattito no!!!” (‘Io sono un autarchico’, 1976) “Tutti si sentono in diritto, in dovere di parlare di cinema. Tutti parlate di cinema, tutti parlate di cinema, tutti! Parlo mai di astrofisica, io? Parlo mai di biologia, io? Parlo mai di neuropsichiatria? Parlo mai di botanica? Parlo mai di algebra? Io non parlo di cose che non conosco! Parlo mai di epigrafia greca? Parlo mai di elettronica? Parlo mai delle dighe, dei ponti, delle autostrade? Io non parlo di cardiologia! Io non parlo di radiologia! Non parlo delle cose che non conosco!” (‘Sogni d’oro’, 1981). "Nanni Moretti è un regista che punta diritto al cuore, alla ricerca della strada più efficace e diretta. Una volta si sarebbe detto economia di mezzi, oggi forse essenzialità espressiva" (Mereghetti, CdSera, 2018).
Foto del regista
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